Politica

Ma questo è il governo padoa schioppa?

Governo. Perché la Cisl è sul piede di guerra / «Sembra che conti solo la sua volontà. Le liberalizzazioni? Aspettiamo quelle vere, non camuffate da privatizzazioni»

di Ettore Colombo

«Non capisco e sì, sono preoccupato, per il Dpef. Dov?è, in tutto questo parlare di tagli e sacrifici, la politica?», Il segretario generale aggiunto della Cisl, Pierpaolo Baretta ha molti pregi: tra questi, una capacità d?analisi non comune. Spesso, interrogato dai giornalisti e dai commentatori, non risponde per dare un?intervista e ?uscire? sui giornali ma per offrire spunti di analisi e di riflessione. Con Vita parla ?apertis verbis?, però, e di temi di grande attualità, che stanno arroventando il clima sociale. Vita: La Ue ha approvato il Dpef, per bocca del commissario Almunia, anche se parla – per ora – di ?buone intenzioni? che vanno tradotte nelle pratica. Al sindacato confederale non piacciono nemmeno quelle, le ?intenzioni?. E dubita fortemente che siano ?buone?. Come mai? Pierpaolo Baretta: Prima che sulle questioni di metodo vorrei chiarire quello che abbiamo definito un problema di metodo, e cioè l?impostazione stessa di come è venuto fuori questo Dpef. La situazione è questa: c?è un unico centro decisionale, il ministro e il ministero dell?Economia. Il problema non è la persona che stimo, ma le politiche che persegue (il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, aveva definito Padoa Schioppa prima «un ministro peggiore di Maroni», poi addirittura «l?amico del giaguaro», cioè dei poteri forti, ndr). Che si debba tenere conto dei mercati e della Commissione Ue, è giusto e utile ma le scelte di un governo non possono dipendere dalle volontà di un solo ministro. Ripeto e chiedo: dov?è la politica in tutto questo? C?è un unico luogo decisionale, per l?economia, o ce ne sono diversi? Dov?è la collegialità del governo? Dove sono decisioni che tengono conto di diverse istanze politiche e sociali? Vita: Sembrano le stesse critiche del ministro Ferrero, che si è astenuto sul voto, in seno al Consiglio dei ministri, e di Bertinotti, che ha criticato il Dpef chiedendo una ?discussione popolare?. Non è che ha ragione il Corriere della Sera che parla di una Cisl oggi ?vicina? a Rifondazione? Baretta: Il problema che ho esposto prescinde dagli schieramenti. Se il governo vuole seguire il ?metodo Tremonti?, si accomodi. Ci siamo opposti allora, con il governo di centrodestra, ci opporremo ora. La coincidenza di posizioni con quelle di Rifondazione non ci spaventa ma non va fraintesa. La Cisl non è sensibile a questa piuttosto che a quella scelta politica ma non abbiamo nemmeno paura a incontrare, nelle alleanze che di volta in volta si creano, chi si trova. Del resto, nel 2002 firmammo il Patto per l?Italia con il governo di centrodestra e ora critichiamo un governo di centrosinistra. La posizione della Cisl è coerente con il suo dna e la sua autonomia? Vita: Eppure il governo ha varato un importante e quasi rivoluzionario decreto, quello Bersani sulle liberalizzazioni, che ha colpito categorie, privilegi e incrostazioni che nessuno aveva nemmeno sfiorato per decenni. Baretta: E noi lo abbiamo giudicato positivamente . Il problema sono le privatizzazioni fatte senza le necessarie liberalizzazioni. Le liberalizzazioni (che non vuol dire ?liberismo?, si badi bene) sono utili ai consumatori come ai lavoratori. Anche loro ci guadagnano. Non è un gioco delle parti o uno schieramento pregiudiziale, il nostro. Abbiamo dato il nostro assenso alla ?manovrina? di luglio e alle linee generali del Dpef negli incontri formali e informali che abbiamo avuto con il governo e con il ministro dell?Economia, il segretario Bonanni in testa. Vita: Entriamo nel concreto, Baretta. Nonostante 300 milioni di euro al fondo sociale per il ministro Ferrero, 30 al ministero della Bindi per la famiglia, altri alla Turco per la Sanità e pochi spiccioli alla Melandri per i giovani, restano sul tappeto 20 miliardi di tagli, denuncia la sinistra. Non sono un po? troppi? Baretta: La confusione sta nell?impostazione stessa del dibattito, dove si confondono misure a breve periodo con misure di medio periodo. Padoa Schioppa chiede interventi ?strutturali? su quattro comparti (sanità, trasferimenti agli enti locali, pubblico impiego, sociale, ndr) ma non ci dice se sul breve o sul medio periodo. Di conseguenza, non si capisce di cosa stiamo discutendo. Le pensioni, per dire, sono il caso più doloroso e delicato: il governo chiede di tagliare i coefficienti pensionistici ma farlo non consente un rientro immediato del rapporto deficit/Pil e i suoi effetti si vedrebbero sui vent?anni e cioè su un tempo di risanamento di medio-lungo periodo. C?è un problema di cassa o non c?è? Vita: Ecco dunque perché, per ora, i sindacati si schierano su una posizione di ?attesa vigile?… Baretta: Abbiamo chiesto a Prodi un incontro ?urgente? proprio perché questo metodo di procedere non ci piace. Il 18 luglio faremo una manifestazione unitaria di quadri e delegati, convocata per chiedere una lotta seria all?evasione e all?elusione fiscale. Se non ci danno risposte per quella data, allora sì, valuteremo le risposte da dare. Certo è che siamo preoccupati. E parecchio. No, così proprio non va.


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