Sostenibilità

Codice ambientale a tempo determinato

Nessuna sospensione. Ma uno schema di decreto legislativo con il quale il governo si impegna a modificare l’intero Codice ambientale entro e non oltre il 31 gennaio 2007

di Silvano Rubino

Nessuna sospensione. Ma uno schema di decreto legislativo con il quale il governo si impegna a modificare l?intero Codice ambientale entro e non oltre il 31 gennaio 2007. Suona come un compromesso l?accordo raggiunto in Consiglio dei ministri sulla contestatissima delega ambientale approvata dal governo Berlusconi. La sospensione immediata almeno dei capitoli su bonifiche, acque e rifiuti, caldeggiata dal ministro dell?Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio ma che vedeva contrari i ministri Bersani e Bonino, non è passata. Ma il governo si impegna sin d?ora a modificare profondamente la legge, dandosi anche un termine: il 31 gennaio 2007. Il ministro canta comunque vittoria: «La decisione di riscrivere il pericoloso guazzabuglio di norme che va sotto il nome di delega ambientale», dice, «è un passo importante: da un lato ci avvicina all?Europa, dall?altro evita un conflitto istituzionale pericoloso. Non punterò a riscrivere le norme ascoltando solo le forze che prima erano state escluse. Ci vuole un dialogo a tutto campo, ma senza perdere di vista l?obiettivo: regole certe, in modo che si possa programmare lo sviluppo senza temere che da un momento all?altro Bruxelles blocchi tutto». Il decreto, oltre a quella del 31 gennaio 2007, fissa un?altra scadenza: il 30 novembre 2006, data entro la quale il ministero dovrà dare una prima indicazione delle norme dei titoli terzo e quarto (acqua, rifiuti e bonifiche, i settori più contestati della delega) che si vorranno mantenere, correggere o abrogare. Unico effetto operativo del decreto legislativo: la proroga fino al 31 dicembre delle Autorità di bacino, che la delega aveva soppresso (con un corollario di polemiche e ricorsi). Ora lo schema di dlgs dovrà passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e a quello delle commissioni parlamentari. «In Consiglio dei ministri è prevalso il buon senso», commenta il ministro alle Politiche europee, Emma Bonino. «La strada della sospensione della normativa vigente avrebbe potuto portare alla riapertura delle svariate procedure di infrazione a carico dell?Italia archiviate proprio in questi giorni». «Il governo ha mantenuto gli impegni», commenta Diego Tommasi, assessore regionale all?Ambiente della Calabria e coordinatore nazionale della commissione Ambiente e protezione civile delle Regioni. «Il codice era contestato dalle Regioni sia per la mancata fase di concertazione e confronto, sia per l?illegittimità di gran parte della normativa». Molte Regioni italiane, tra cui la Calabria, hanno in effetti presentato ricorso alla Corte Costituzionale, anche per ottenere la sospensiva sull?automatismo di molte scadenze, per esempio proprio su quelle legate alle Autorità di bacino.


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