Famiglia

Clandestino I di Claudio Camarca

Questa mia amica. Oxana. Questa mia amica fa la puttana. Batte il marciapiede.

di Claudio Camarca

Questa mia amica. Oxana. Questa mia amica fa la puttana. Batte il marciapiede. Questa mia amica la notte si fa preda dei padri e dei fratelli. Di mariti e fidanzati. Indossa il perizoma traforato e serra il push up. Imbelletta il viso e raccoglie preservativi nella borsa falsa Gucci. E si incammina lungo la penisola. Assorbe i sudori e gli umori. Dei nostri amici ce lo raccontano. Di questi che la fissano mentre siamo seduti al tavolino del King of Panino. L?ambulante a quattro ruote motrici asserragliato al centro della zona strategica. Tra le puttane e i clienti. è in tour da sette anni. Frequentava l?ultimo anno di liceo a Tirana quando venne rapita di prima mattina. Il suo fidanzato. Il primo amore. In combutta con altri due. La stordirono. La imbavagliarono nel portabagagli, la vendettero a duecento chilometri di distanza. A una banda di romeni. Che presero a stuprarla in gruppo. Dai vecchi ai ragazzi. Stesa sul materassino da mare, celeste. Quattro giorni, quattro notti. Alla fine, le predissero il futuro. Le saltarono addosso. Oxana si ribellò, è una ragazza forte. Così la spogliarono. La immersero nella vasca colma di acqua ghiacciata. Poi la mandarono ad asciugare sul balcone. Sette gradi sotto zero. Vestita della sua pelle livida. Tutta la notte. Accosciata contro il parapetto per non farsi vedere. Fino al sorgere dell?alba, quando la banda la raccolse col cucchiaino. La volontà spezzata. La femminilità ridotta a utensile. Oxana sorseggia la birra ed aspira la sigaretta. Gli italiani se la rimirano. Provano un sorriso che non somigli ad un morso.


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