Sostenibilità

Ue: approvata risoluzione su commercio equo

Secondo i rappresentanti del mondo del commercio equo e solidale la risoluzione è un passo avanti verso una politica di riconoscimento istituzionale e di supporto pubblico al Fair Trade

di Emanuela Citterio

E’ stata approvata a grande maggioranza all’Europarlamento di Strasburgo la Relazione sul Commercio Equo e Solidale recentemente discussa alla Commissione Sviluppo dell’UE, e fortemente discussa ed emendata dalle stesse reti internazionali del Commercio Equo, tra cui l’italiana Agices, Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale. “Una Risoluzione importante, che permette di porre nuovamente al centro della discussione politica della Commissione la necessità di una revisione nei termini di maggiore equità e giustizia le dinamiche del Commercio Internazionale a partire da un settore in netta espansione” commenta oggi il sito non profit Unimondo. La Risoluzione invita la Commissione Europea a procedere con una politica di riconoscimento istituzionale e di supporto pubblico al Fair Trade. “Il riconoscimento istituzionale è un primo passo” – dichiara Alberto Zoratti, vicepresidente di Agices – “ma va inquadrato in una cornice politica coerente di lotta alla povertà. A fianco delle iniziative che Agices sta sostenendo nel nostro Paese assieme all’Associazione del Parlamentari ‘equi e solidali’ AIES, a Transfair Italia ed Associazione Botteghe del Mondo, che ha permesso di inserire i prodotti Fair Trade alla Bouvette della Camera e di lavorare su una proposta di legge di settore, è quanto mai necessario affrontare alla base la coerenza delle dichiarazioni e delle Risoluzioni con le politiche adottate dal nostro paese e dalla Commissione Europea a livello di Commercio con l’Estero, sia in ambito Wto che bilaterale”. “La risoluzione è un risultato importante, perchè coerente con la politica di advocacy che Agices sta sviluppando anche in Italia” – dichiara Grazia Rita Pignatelli, presidente di Agices – “con l’obiettivo di accreditare sempre più un settore che oltre ad essere economico è anche un fenomeno sociale, come ha indicato la recente ricerca presentata alla Cattolica di Milano, meno di un mese fa”. Le vendite dei prodotti del Commercio Equo e Solidale sono cresciute nei paesi dell’Unione di oltre il 20% dal 2000. E l’Unione Europea risulta essere il più ampio mercato per i prodotti del Fair Trade, raccogliendo per il 60-70% delle vendite mondiali, cosa che le permetterebbe di assumere un ruolo guida nel sostenere il commercio equo. I prodotti del commercio equo e solidale sono venduti anche a Montecitorio. «I prodotti del commercio etico sono diventati una realtà interessante – commenta Ermete Realacci. È importante che il Parlamento italiano non solo trovi le forme più idonee per un riconoscimento legislativo del commercio equo, delle sue organizzazioni di base, del sistema certificativo, ma anche che operi praticamente scelte etiche, dando un valido esempio e proponendosi come battistrada in ambito istituzionale. Sarà un forte messaggio rivolto a tutti gli italiani, a tutte le famiglie, perché si lascino coinvolgere da questa esperienza, maturando la consapevolezza che si può consumare in modo più attento, più critico, più equo». In Italia operano da molti anni un ente di certificazione per i prodotti (Transfair Italia) e due organizzazioni di categoria (Associazione Botteghe del Mondo ed Agices, l?Assemblea Generale delle Organizzazioni del Commercio Equo e Solidale) circa 10 organizzazioni di importazione, enti no profit che importano prodotti da progetti del sud del mondo, oltre 450 ?Botteghe del Mondo?, sparse su tutto il territorio nazionale, veri e propri piccoli centri specializzati di informazione sui problemi del sottosviluppo e di diffusione dei prodotti equi. In tutto si stima che il mondo Fair Trade coinvolga circa ventimila tra volontari ed operatori.


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