Volontariato

Più leggeri, ma in affanno

Cancellazione del debito. Che ne è un anno dopo Gleneagles

di Emanuela Citterio

è la materia in cui i paesi del G8 non sono stati rimandati a settembre. Le campagne per la cancellazione del debito dei paesi poveri, quella inglese in testa, hanno dato un bel 7 all?Mdri, l?iniziativa multilaterale per la riduzione del debito lanciata dai grandi della Terra al summit di Gleneagles dello scorso anno. Parla infatti di «progresso encomiabile» il rapporto pubblicato a distanza di un anno da Data, l?organismo di monitoraggio promosso da Bono, che dai tempi della campagna Jubilee2000 è una delle anime della pressione internazionale nei confronti dei governi creditori, della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. L?ultimo annuncio in ordine di tempo è del 1° luglio, della Banca mondiale: 29 miliardi di euro sgravati dalle spalle di 19 paesi, 15 dei quali africani. Promessa mantenuta, quindi? Risponde Riccardo Moro, economista e uno dei massimi esperti della questione del debito estero in Italia, che dal 2000 dirige anche l?iniziativa di riconversione del debito in Zambia e Guinea Conakry della Conferenza episcopale italiana. Vita: Si può essere soddisfatti, professore? Riccardo Moro: L?iniziativa lanciata a Gleneagles è ancora in corso. Il vero traguardo tagliato lo scorso anno è che il G8 ha riconosciuto la necessità di cancellare anche il debito multilaterale, quello cioè contratto dai paesi debitori nei confronti delle istituzioni internazionali: Banca mondiale, Fmi e, in misura nettamente minore, Banca regionale di sviluppo africana. Ciò che è accaduto dopo Gleneagles è che queste tre istituzioni hanno avviato tre iniziative diverse di cancellazione. Vita: Il risultato? Moro: A 19 paesi è stato cancellato il debito multilaterale, che è una quota rilevante del debito estero. Altri 10 paesi stanno completando il percorso per ottenere la cancellazione e 11 sono oggetto di valutazione in questo momento per un eventuale coinvolgimento nell?iniziativa Hipc, la cancellazione nei confronti dei paesi più altamente indebitati promossa partire dal 1996 dall?allora G7. Vita: Questa cancellazione ha inciso sulla situazione reale dei paesi interessati? Moro: Da un punto di vista tecnico le cancellazioni producono un?effettiva riduzione del peso che grava su questi paesi, liberando risorse. Ma ci sono almeno due problemi. Le cancellazioni non sono sufficienti, da sole, a finanziare lo sviluppo e in molti casi non hanno raggiunto l?obiettivo di creare un quadro di sostenibilità finanziaria nei paesi interessati. Vita: Ci faccia un esempio? Moro: Lo Zambia ha ottenuto una forte cancellazione, pari a 5 miliardi di dollari, che però non ha riguardato la totalità del suo debito. E il paradosso è che spende la stessa cifra di prima in servizio del debito. In altre parole la quota di interessi e le rate che paga ogni anno sono rimaste invariate. È successo perché, nel frattempo, sono maturati interessi di debiti più recenti non interessati dalla cancellazione. In questo caso la riduzione non ha liberato risorse per lo sviluppo. Vita: Ci sono paesi in cui l?impatto della cancellazione del debito è stata più evidente? Moro: In Uganda è aumentata la spesa del governo sia in campo sanitario che scolastico. Qui la correlazione è evidente perché non sono cambiate altre grandezze. Non è aumentato l?aiuto ma un effettivo aumento delle risorse è derivato dalla cancellazione del debito.


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