Famiglia
Rendita
Il reddito delle famiglie italiane solo per il 26% dipende dal lavoro attivo. Le rendite sono oltre il 30%. Per cui quando un governo tocca questo tasto...
di Alter Ego
Si inizia a toccare il punto cruciale del sistema malato italiano, la rendita di posizione. Qualcosa che avrebbe dovuto fare Silvio Berlusconi, che si presentava come liberista liberale e libertario. E poi si è visto come è andata a finire. In realtà, le rendite non sono che privilegi mascherati, almeno nella maggior parte. Lo ha spiegato bene l?economista catartico Geminello Alvi, in un libro che dovrebbe essere adottato da quei professori di economia che non lo adotteranno mai, forse perché la cosa riguarda anche loro, incastonati in un sistema che mantiene i loro privilegi di rendita più che preparare il mercato servendo l?utenza.
Tagliare la rendita parassitaria che ammorba il paese, sottraendogli energie. Privatizzare e tagliare pensioni e statali, ma anche stipendi, titoli pubblici, per far diventare l?Italia non una repubblica fondata sulle rendite (che attualmente corrispondono al 30,6% del reddito disponibile netto per famiglia, mentre il lavoro dipendente produttivo è solo al 26%). Ma in fondo questa non è solo la tesi di Alvi ma anche l?antica tesi di Massimo D?Alema, che voleva colpire «là dove si è accumulata la ricchezza prodotta dalla rendita a scapito spesso di lavoro e imprese che dovrebbero essere alleate». L?attacco alla rendita, di posizione, parassitaria, monopolista o altro, è il vero punto non di una politica di centrosinistra o di centrodestra, ma di qualunque governo riformista che voglia far fare un passo all?Italia.
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