Sostenibilità

Un archivio per ricordare il dramma Icmesa

L'iniziativa e' della Fondazione Lombardia per l'Ambiente che ha affidato a l'architetto Giuseppe Marinoni la progettazione del nuovo Centro studi e documentazione Fondazione a Seveso che aprira'

di Carmen Morrone

Il centro studi e documentazione trovera’ spazio nell’area adiacente Piazza XXV Aprile, messa a disposizione dall’amministrazione comunale di Seveso, conterra’ l’archivio relativo all’incidente dell’Icmesa. ”Con l’approvazione del progetto – ha spiegato Bottari, presidente della fondazione Lombardia per l’Ambiente – prende corpo il nostro impegno per costruire a Seveso un centro che, oltre a destinare spazi dedicati a iniziative del Comune di Seveso e della Regione Lombardia, consentira’ di avere un luogo della memoria dove poter ripercorrere la storia dell’incidente dell’Icmesa dal 1976 ai nostri giorni con l’impegno profuso dalla Regione Lombardia a favore della popolazione colpita da questa grave calamità”‘. ”Per giorni -ricorda il segretario dell’Associazione Rino Pavanello- nessuno seppe se e quali sostanze pericolose fossero contenute nella nube fuoriuscita dall’ICMESA, non lo sapevano i cittadini ma neppure le Autorita’ competenti, nessuno sapeva nulla, tranne, ovviamente l’azienda, proprieta’ di una multinazionale, la Givaudan, che era a sua volta controllata da una altra azienda multinazionale (Hoffman La Roche)”. I primi effetti visibili furono la morte degli animali domestici e la cloracne che ha cominciato a colpire i bambini. ”Il 25 luglio settecento persone vengono fatte sfollare, mentre l’allarme si estende anche ad altri undici comuni limitrofi. Si crea anche un enorme danno economico: basti ricordare che la Brianza aveva una fiorente industria del mobile (come oggi): i mobili prodotti in Brianza vengono bloccati alle frontiere e gli ordini annullati. Si aprirono cause penali e civili: alcuni dirigenti dell’Icmesa vennero condannati in primo grado, poi in Appello e infine in Cassazione”. Dopo il disastro dell’Icmesa si apri’ una profonda riflessione, sia a livello degli Stati sia nella Comunita’ scientifica sia nelle forze sociali, che porto’ alla approvazione di 3 Direttive europee, dette ”Seveso” (n. 501 nel 1982, n. 82 nel 1996 e n. 103 nel 2003, recepite in Italia sempre in ritardo nel 1988, 1999 e 2005). Il risultato piu’ importante di allora fu il superamento del ”segreto industriale”, fino ad allora un tabu’ intoccabile. Oggi si pone il problema di ”andare oltre” le Direttive Seveso, con l’approvazione del REACH, il nuovo Regolamento europeo sulle sostanze chimiche, che dovrebbe essere approvato entro fine 2006. Oltre al ”Patto di Impegno ambientale” e all’elenco delle aziende italiane a rischio rilevante, lunedi’ sono previsti uno spettacolo teatrale e un Seminario di approfondimento. www.amblav.it


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