Volontariato

MIM: Ripensare il significato sociale della religione

Il ruolo pubblico delle religioni nelle società europee. Sintesi della relazione di Beniamino Rossi al MIM di Loreto

di Giuseppe Lanzi

Loreto (AN) Nell?ambito della terza giornata del Meeting di Loreto sulle Migrazioni, il contributo di P. Beniamino Rossi, Presidente dell?ASCS (Agenzia Scalabriniani per la Cooperazione allo Sviluppo) ha avuto come tema ?il ruolo pubblico collettivo delle religioni nel contesto europeo?. Numerosi gli spunti di riflessione e i suggerimenti di cambiamento forniti dal relatore sui possibili percorsi dell?Europa in ambito politico, giuridico e culturale. Secondo P. Beniamino Rossi, ?le società europee hanno relegato il religioso nella sfera individuale e del privato, mentre l?immigrazione, accentuando l?approccio comunitario e il diritto alla manifestazione collettiva della propria religione, ha determinato un ?ritorno del religioso?, inteso non tanto come la pratica religiosa vera e propria, quanto piuttosto come la serie di valori legati alla libertà di coscienza?. L?immigrazione dai Paesi del Sud del mondo, con culture sempre più lontane da quella europea, ha intensificato il dibattito sulle identità culturali in generale, accentuando la logica dell?appartenenza religiosa di minoranze che provengono da altre religioni: così ?il religioso? è diventato il principale criterio di identificazione sociale degli individui, ritornando nel dibattito pubblico. Nell?analisi del Presidente dell?ASCS, ?i migranti, confrontati con una integrazione socio-economica deficitaria, tendono a dare un valore sempre più forte alla appartenenza identitaria religiosa (e a quella etnica). Le loro rivendicazioni religiose finiscono così per esprimere un desiderio di riconoscimento sociale, che va oltre il sentimento religioso stesso, e che diventa un ?valore-rifugio? attraverso il quale si intensifica e si ricostituisce l?identità culturale?. Questo nuovo scenario, dove il fatto religioso ha un ruolo sociale e collettivo fondamentale, dovrebbe portare l?Europa a rivisitare la sua storia ed inventarne un nuovo capitolo, poiché, a differenza del processo avvenuto con il cristianesimo, religione maggioritaria, le nuove religioni portate dai migranti si trovano in una situazione minoritaria e sono fortemente svantaggiate, mentre non si è ancora instaurato un vero e proprio rapporto strutturale tra il potere pubblico e le comunità religiose importate. Da qui la necessità i legislatori europei inizino un processo di adeguamento del loro diritto nazionale, elaborato in un contesto storico di esclusivi rapporti con il cristianesimo. Secondo P. Rossi, ?diventa particolarmente importante introdurre delle ?restrizioni? al diritto di libertà religiosa contemplato nella Convenzione europea dei diritti dell?uomo (art. 9, par. 2), con riferimento alla sicurezza, alla protezione dell?ordine, della salute, o della morale pubblica, come pure alla protezione dei diritti e delle libertà altrui?. Il fatto che tutte le religioni arrivino a condannare ogni intolleranza e ogni proselitismo aggressivo, che superino la tentazione di intendere una norma specificamente religiosa come una legge di Stato, che tengano distinte le proprie competenze da quelle dello Stato, è senza dubbio un passo importante verso la costruzione di una società pluralista europea sul piano religioso. ?Gli Stati europei dovranno ripensare il significato sociale della religione e il suo possibile ruolo nella formazione e nell?espressione pubblica ? ha concluso il Presidente dell?ASCS-, riconoscendo sul piano istituzionale, giuridico ed educativo, ?il religioso? come fatto sociale che può contribuire, anche se inserito in un quadro globale laico, alla produzione del sociale?.


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