Non profit

Bill Gates, c’è da fidarsi?

«Va bene la donazione: ma da Gates mi aspetto bel altro». Riflessioni su etica e capitalismo di padre Giulio Albanese. In anteprima da VITA Magazine in edicola a soli 2 EURO!

di Padre Giulio Albanese

Forse neanche l?inventore di Paperon de? Paperoni, Carl Barks, avrebbe immaginato tanto e cioè che zio Paperone potesse convertirsi, devolvendo in beneficenza gran parte della sua fortuna. Eppure il miracolo pare sia proprio avvenuto. Almeno nel caso dei due uomini più ricchi del mondo – Bill Gates e Warren Buffett – i quali, stando a certi analisti della finanza, hanno decisamente sconvolto i fautori del libero mercato con scelte, per certi versi, molto coraggiose e senza precedenti. Il primo ha annunciato che si ritirerà dall?incarico aziendale nel giugno 2008 per dedicarsi in modo esclusivo alla Fondazione Bill e Melinda Gates. Il secondo invece ha lasciato a varie fondazioni, con atto irrevocabile, per scopi filantropici, gran parte del suo portafoglio personale in azioni profumate della Berkshire Hathaway Corporation. Si tratta di 44 miliardi di dollari da cedere gradualmente. Buffett ha spiegato che la sua è una scelta maturata in seguito alla morte improvvisa della moglie Susie. La quota maggiore, oltre 30 miliardi di dollari, va proprio alla Fondazione Bill e Melinda Gates che già disponeva di 29 miliardi di dollari destinati in particolare ad aiuti ai paesi poveri. Detto questo, è possibile considerare le scelte dei due magnati come una vera e propria svolta personale sul piano etico? Forse la risposta a questo interrogativo la troviamo in un?opera del celebre polemista cattolico Gilbert Keith Chesterton, l?ideatore di Padre Brown, secondo cui «il mondo moderno è tutto basato sulla pretesa non che i ricchi sono necessari (il che è sostenibile), ma che i ricchi sono meritevoli di fiducia, il che (per un cristiano) non è sostenibile». Un giudizio severo che poco più avanti lo scrittore spiega meglio ai lettori affermando che «c?è una cosa che Cristo e tutti i santi cristiani hanno detto con una specie di feroce monotonia: hanno detto che essere ricco è essere in particolare pericolo di rovina morale». In effetti siamo tutti convinti che la generosità di questi due signori per certi versi sia encomiabile rendendo felici chissà quante organizzazioni umanitarie che si prodigano a destra e a manca nel Sud del mondo. Ma la questione di fondo, alla luce soprattutto del magistero sociale della Chiesa, è sinceramente un?altra. […] L’articolo completo online per i soli abbonati e in edicola con VITA Magazine 27/2006 a soli 2 EURO! Inoltre su Vita.it:

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