Non profit

I selezionatori ora si difendono

Servizio civile. Polemiche sulla scelta dei progetti / Formit e Izi, chiamate in tempi e modi diversi dall’Ufficio nazionale, dicono la loro

di Redazione

Volenti o nolenti sul banco degli imputati ci sono finite loro: la Formit e la Izi. Le due società di consulenza a cui l?Ufficio nazionale servizio civile ha affidato la valutazione dei 7.841 progetti presentati dagli enti. In queste ore molte delle associazioni stanno pensando di ricorrere al Tar contro le graduatorie, mentre da parte sua l?Unsc ha leggermente rettificato il numero dei volontari ammessi, portandoli da 45.147 a 45.248. La procedura che ha portato all?individuazione delle due società consulenti ha seguito procedure differenti. Mentre la Formit ha dovuto vincere un bando di gara europeo, la Izi è stata individuata in seguito a una semplice indagine di mercato. La necessità di ricorrere a una seconda società infatti è sopraggiunta, spiegano da Roma, solo in un secondo momento, quando è risultato evidente che il contratto stipulato con la Formit non avrebbe esaurito tutte le domande. A quel punto non c?era più tempo per preparare un?altra gara pubblica. Il team della Formit guidato da Gaetano La Bella, 25 persone compresi gli 8 esperti del comitato tecnico scientifico «composto da professori universitari della Sapienza di Roma e della Federico II di Napoli», ha analizzato 5.391 progetti, per un compenso di 43 euro a progetto, Iva esclusa. Le condizioni economiche strappate alla Izi, invece, sono leggermente migliori: 40,98 euro a progetto, Iva esclusa, per 2.450 progetti. Ma perché affidarsi a società esterne? Il dirigente del servizio Progetti e convenzioni dell?Unsc, Raffaele De Cicco spiega che «il nostro organico, composto per legge da 120 addetti, non riuscirebbe a sostenere un tale carico di lavoro». Ogni progetto è stato valutato da Formit e Izi in base alla griglia predisposta dall?Unsc. L?Ufficio di Palombi si è riservato la possibilità di modifica ex post della graduatoria, «ma gli scostamenti rispetto alle nostre indicazioni sono stati minimi», rivela La Bella. Mentre per la Izi si è trattata della prima esperienza, la Formit è una vecchia conoscenza, avendo curato le selezioni dei progetti negli ultimi tre anni. «La qualità è cresciuta», commenta La Bella, «purtroppo però non tutti hanno raggiunto un livello di competenza adeguato. Abbiamo badato più alla qualità dei progetti e alla loro rispondenza alle esigenze del territorio e dei volontari che ai formalismi», continua. «Nonostante questo, molti progetti hanno evidenziato una mancanza di professionalità». Risultato? «è stato premiato chi ha capito le griglie».

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