Sostenibilità

Clima: Conferenza sul clima di Nuova Delhi, la Russia rinvia Kyoto

L’Italia si è candidata ufficialmente a ospitare la prossima conferenza mondiale sul clima, la nona della serie, che si terrà nell’autunno del 2003.

di Paul Ricard

L?Italia si è candidata ufficialmente a ospitare la prossima conferenza mondiale sul clima, la nona della serie, che si terrà nell?autunno del 2003. La richiesta è stata avanzata dal ministro dell?Ambiente Altero Matteoli, che parteciperà all?ottava conferenza sul clima in corso a Nuova Delhi. «Se tutto procederà come ci auguriamo, e cioè se entro qualche mese dovesse giungere a conclusione il sofferto processo di ratifica del Protocollo di Kyoto, la prossima conferenza mondiale sul clima avrà un?importanza particolare. Sarà la prima dopo che l?accordo per la riduzione dei gas serra è andato finalmente in porto. Si dovranno approvare e coordinare tutte le azioni da attuare entro il 2012», spiega Matteoli. Ma il ministro italiano spera di più. «Il nostro Paese si è schierato con l?Europa per la salvezza del Protocollo di Kyoto dopo l?uscita degli americani. Ma si è sempre dichiarato aperto al dialogo con gli Usa e con gli altri Paesi che non vogliono ratificare, consapevole che un processo di riduzione dei gas che riscaldano l?atmosfera è monco se non viene concordato fra tutti».
L?Italia, insomma, vorrebbe essere protagonista di una mediazione che potrebbe portare al rientro degli Usa, dell?Australia e di altri Paesi nel meccanismo di Kyoto. A Nuova Delhi, dove sta per concludersi la sessione tecnica della conferenza, preparatoria a quella politica che inizierà domani e si concluderà l?1 novembre, l?offerta italiana è stata accolta con favore. Ma il clima generale appare deteriorato dagli ostacoli frapposti alla conclusione del processo di ratifica. Alcuni rappresentanti di organizzazioni non governative parlavano di un complotto per fare fallire l?attuale Protocollo e sostituirlo con un altro tipo di accordo tutto da rinegoziare. Bill Hare, responsabile politico di Greenpeace International rivela qualche retroscena: «Per la legge della rotazione la sede della conferenza 2003 sarebbe toccata all?America Latina. Data la rinuncia di questi, sarebbe stata la volta dell?est Europeo, in particolare la Russia, che avrebbe fatto un patto con l?Italia: la conferenza a Roma purché la presidenza sia russa».
Ma intanto Mosca lancia micidiali siluri contro il Protocollo. Nikolai Pomoshnikov, rappresentante russo, ha parlato ieri di complicazioni legislative che richiederebbero al suo paese ancora un anno di tempo per la ratifica. Poiché l?adesione russa è necessaria per raggiungere il fatidico limite del 55%, senza il quale il Protocollo non entra in vigore, la nuova dilazione dei russi equivale al congelamento del meccanismo di riduzione dei gas per tutto il 2003. Sul versante scientifico, Yury Izrael, vice presidente del gruppo di ricercatori dell?Ipcc, famoso per le sue posizioni di critica alla tesi del cambiamento climatico provocato dall?uomo, ha avanzato la richiesta di una conferenza esclusivamente scientifica da tenersi a Mosca prima di quella in Italia. Ce n?è abbastanza per fare sospettare manovre concordate fra Mosca e i Paesi contrari al Protocollo.
«Per di più – denuncia Carol Annette Petsonk, dell?Environmental Defense, grande associazione ambientalista americana -, la multinazionale Exxon continua a svolgere una pesante azione di lobbying per diassuadere i Paesi titubanti dall?aderire al Protocollo di Kyoto».

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