Volontariato

La musica a Genova è una nota obliqua

Una cantautrice-ricercatrice nei segreti musicali della citt

di Silvano Rubino

Genova, porta dei canti. In molti si sono interrogati sul perché questa città abbia fatto da sfondo a tanti fermenti di musica e parole. Si può trovare qualche riposta seguendo passo passo l?itinerario tracciato da Isabella Maria Zoppi nel saggio contenuto nel volume Genova. Una porta del Mediterraneo, a cura di Luciano Gallinari ed edito dal Cnr. Un saggio che va letto, ma va anche ascoltato. Perché – e l?idea è davvero innovativa – al volume è abbinato un cd, nel quale Isabella Maria Zoppi, che quando smette gli abiti del ricercatore è una delle più talentuose cantautrici del nostro panorama col nome di Isa, canta, insieme ad altri amici cantautori, la Genova che si fa canzone. La migliore guida, quindi, per scoprire la mappa in settenote del capoluogo ligure. Vita: Partiamo dall?arrivo. L?ideale sarebbe dal mare, perché, come dice Fossati, «chi guarda Genova sappia che Genova si vede solo dal mare». Ma se uno non ha una barca a disposizione, quale approdo consigli per chi si mette alla ricerca della ?porta dei canti?? Isabella Zoppi: Consiglierei la Sopraelevata, tanto bistrattata per lo sfregio di cemento che lascia lungo l?anfiteatro naturale della città e tuttavia altrettanto insuperabile per il colpo d?occhio in bilico tra pietra e porto. Ammettendo di avere fegato sufficiente per affrontare gli ?svincoli micidiali? resi famosi da De Gregori. Vita: Cominciamo il giro. Città di cantautori, sì. Ma perché? In quali luoghi (e modi) possiamo scoprire qualche segreto di questo incontro tra una città e la canzone d?autore? Zoppi: Sul perché ci stiamo ancora interrogando in molti. Ma se vogliamo andare alla scoperta dei luoghi, per un primo approccio tra Genova e la canzone d?autore ci troviamo a tracciare una mappa che spazia da Boccadasse al Porto Antico, dal Belvedere di Castelletto a Via del Campo, dall?intrico dei vicoli alla maestà del Palazzo Ducale, da Sampierdarena a Piazza Alimonda. Se invece vogliamo andare incontro alla musica, fondamentale è il negozio di Gianni Tassio in Via del Campo, dove prima o poi si passa tutti (e magari ci si trova un cantautore come Max Manfredi): un museo a De André e alla canzone d?autore, non solo genovese. Poi penserei alla Stanza della Poesia a Palazzo Ducale, o a luoghi più notturni come La città vecchia di Antonio Iezzi, o l?antica Ostaia de? Banchi di Gigi Picetti. Infine, per i più fortunati, c?è quel centro di aggregazione culturale permanente che è l?appartamento del medico-pianista Marco Spiccio (l?unico che per accompagnare un cantautore vuole avere davanti il testo e non gli accordi), un vero porto di mare per artisti vaganti e appassionati desideranti. Vita: Nei quartieri dove «il sole del buon dio non dà i suoi raggi»: come scoprire l?anima dei carrugi, quello che tu definisci «il dedalo da conoscere soprattutto tramite codici sensoriali»? Zoppi: Con pazienza, tempo e scarpe comode, dalle prime luci a tarda notte. Con gli occhi aperti, le orecchie tese e il naso al vento (nel bene e nel male, che il vento fa quello che può). Con la curiosità di perdersi e la voglia di curiosare, ché girato l?angolo c?è sempre qualche cosa che non si era notato prima. Genova è una città stretta e stratificata, per arrivare a conoscerla bisogna scivolare un po? obliqui, un po? in discesa ma anche tanto in salita. Vita: E il mare «scuro che si muove anche di notte non sta fermo mai» che fa paura all?astigiano Conte e che instilla l?eterna «voglia di andar via» di Lauzi, che ruolo ha? Zoppi: È la quarta parete, quella di cui non si può fare a meno. L?angolo aperto della mente, una contraddizione eterna tra l?imprevisto e la certezza. Casa e porta, ninnananna e stendardo, gloria e lamento. Nella canzone ha un ruolo molteplice, affascinante e a volte straziante, che si può riassumere nel detto «né con te, né senza di te»?


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