Non profit

Iter diverso per quote sociali e corsi

Un’associazione, che opera in campo culturale, ha organizzato un corso per gli associati e vuol chiedere una quota.

di Antonio Cuonzo

Un?associazione, che opera in campo culturale, ha organizzato un corso per gli associati e vuol chiedere una quota. Ci sono però dubbi sul loro trattamento contabile e fiscale della stessa. L?esito contabile e impositivo delle somme così introitate appare dipendere dalla qualifica in capo all?associazione in parola. Nello specifico, infatti, l?avvenuta registrazione dei documenti formali (atto costitutivo e statuto) dell?ente all?Ufficio del Registro (in alternativa alla redazione in forma di atto pubblico o di scrittura privata autenticata), unitamente all?inserimento dei principi di cui all?articolo 111 comma 4 quinquies del dpr n. 917/1986 (Tuir), legittimerà l?associazione (in qualità di ?ente associativo privilegiato?) a considerare le quote degli associati come ?entrate decommercializzate?. Tale assunto troverebbe conferma nel comma 3 del citato articolo 111 Tuir, dal quale si evince come le stesse non rimarrebbero assoggettate ad alcuna tassazione. Nondimeno, in ipotesi di computo tra entrate istituzionali ed entrate commerciali del sodalizio (ai fini di verifica sul mantenimento della qualifica di non commerciale, ex art. 111 bis Tuir), le voci decommercializzate assumerebbero un carattere neutro, non venendo accorpate né al novero istituzionale, né a quello di matrice commerciale. Si precisa, tuttavia, la permanenza dell?onere di redazione, in merito alle movimentazioni relative al corso in argomento, di separato rendiconto. Al contrario, la mancanza di uno dei due requisiti richiesti (registrazione dell?ente e trascrizione dei principi statutari) assegnerà all?operazione valenza commerciale, con conseguente percossione impositiva delle quote così corrisposte.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA