Economia

L’aumento dell’Irap? Una stangata per le coop

Polemiche per una decisione del governo. La richiesta: «Disposti a pagare, ma non più delle aziende profit». Di Luca Zanfei

di Redazione

Il 20 giugno scatta la prima fase del piano di rientro per le sei Regioni che hanno sforato il tetto della spesa sanitaria. Il rincaro Irap coinvolge tutti, ma sarà tanto più pesante quanto più consistente era lo sconto che la Regione aveva in precedenza concesso. Per esempio alle cooperative sociali. Il governo ha infatti deciso: anche queste ultime devono pagare per intero l?aliquota massima del 5,25% di Irap. Con buona pace di tutte quelle organizzazioni che finora hanno goduto di un sistema fiscale agevolato e che adesso dovranno mettere mano al bilancio per sostenere una stangata nell?ordine dei 50 milioni. La misura introdotta dal governo costringe quasi 1.700 strutture di tipo A e B a versare oltre due punti percentuali in più rispetto al sistema di agevolazione dell? Irap stabilita al 3% per Abruzzo, Lazio e Molise e al 3,25 per la Liguria. Le cooperative siciliane dovranno versare l?intera aliquota, perché finora totalmente esenti. Si andrà da un esborso totale di 2 milioni per la Liguria, fino ai 30 milioni della Sicilia. «Le agevolazioni fiscali servivano per sostenere e promuovere l?occupazione», dice Giacomo Libardi, consigliere delegato di Cgm. «Anche grazie a tali politiche siamo riusciti a mantenere e creare diversi posti di lavoro. Ora, però, tutto questo sembra messo in discussione e si rischiano migliaia di licenziamenti, perché già adesso il costo del lavoro incide per quasi l?80% sul bilancio di ogni singola cooperativa». A farne le spese saranno quelle realtà che hanno approfittato del sistema favorevole per spingere sull?innovazione sociale. È il caso della Sicilia, dove la recente crescita del settore cooperativo deve ringraziare anche la completa esenzione da un?imposta come l?Irap. «Per noi sarà un disastro nell?ordine dei 20-30 milioni di euro», dice Filippo Parrino, responsabile Legacoop per la Sicilia. «Ci sarà uno stravolgimento del bilancio di ogni cooperativa, anche perché noi già riceviamo con ritardi di oltre 18 mesi tutti i pagamenti degli enti locali per i servizi erogati. Inevitabilmente questo andrà a colpire direttamente il settore occupazionale, visto che il 90% delle nostre entrate vengono impiegate per incentivare il lavoro». L?incremento dell?Irap, in alcuni casi, potrebbe anche comportare un effetto persino contrario rispetto ai propositi del governo. «C?è il rischio di un incremento del costo dei servizi erogati e quindi di una possibile crescita della spessa pubblica», dice Alessandro Frega, responsabile della Liguria per Legacoop e Confcooperative. «La Liguria, per esempio, ha da tempo una spesa sanitaria cronicamente sopra i livelli consentiti. Questo perché si regge su un sistema ospedaliero pesante e inefficiente. Adesso si sta cercando di trasferire i servizi direttamente al territorio per contenere i costi, ma con una tale stangata non si possono creare buone pratiche se non alzando decisamente le tariffe, che peraltro già risultano inadeguate. Questo aumento dell?Irap ci costerà tra i 600mila e il milione di euro in più e ovviamente siamo costretti a scaricarlo sui servizi o sull?occupazione». Ecco perché la soluzione vede tutti concordi. «Chiediamo di considerare che l?aumento di 2 o addirittura 5 punti percentuali per noi è un disastro», dice Costanza Fanelli. «Non vogliamo essere esclusi dalla ?sanzione?, ma almeno che si applichi anche per noi l?incremento dell?1% pensato per tutti gli altri. Così da non invalidare le politiche promosse dalle Regioni in tema di occupazione e innovazione sociale».


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