Cultura

Il prete e la prostituta.

Telefoni sotto controllo. Uno scrittore immagina...

di Claudio Camarca

Commentare per l?ennesima volta l?Italia meschina e vagamente schifosa che emerge dalle migliaia di intercettazioni telefoniche che riempiono le pagine dei giornali? Davanti alla richiesta Claudio Camarca, scrittore, collaboratore di Vita, ci ha fatto una controproposta che abbiamo colto al volo. Pubblicare un?altra intercettazione. L?intercettazione di un?altra Italia. (Camarca è uno scrittore e quello che segue è fiction, cioè frutto della sua fantasia. Ma la fantasia degli scrittori veri corre sempre fianco a fianco con la realtà?). Verbale di telefonata «Una decisione la devi prendere». Il Prete. «No. Non posso». La Ragazza. «Vuoi dire che non vuoi». Il Prete. «Non è così semplice?(omissis) Lo sai». La Ragazza. «So quello che vedo». Il Prete. «Non capisci». La Ragazza. «Dove ti trovi, in questo momento? (interferenze sulla linea, inintelligibile)». Il Prete. «Sotto il cavalcavia. Piove». La Ragazza. «Da lì devi andartene. Non ti posso far venire a prendere». Il Prete. «Te lo ripeto, non…». La Ragazza. «Smettila, per Dio. Questa vita la devi troncare. Non porta da nessuna parte. E tu lo sai meglio di chiunque altro». Il Prete. «Ho paura». La Ragazza. «È normale. Ne abbiamo parlato». Il Prete. «Ho visto cosa succede alle altre che lasciano? (fruscio) di cosa sono capaci». La Ragazza. «Devi pensare alla vita che porti in grembo». Il Prete. «Questo». La Ragazza. «Al futuro che le stai preparando? (inintelligibile)». Il Prete. «È un peso troppo grande». La Ragazza. «Vicino a te ci sono io. Ce ne occuperemo insieme». Il Prete. «Non sono pronta. A tutto questo. Voglio solo stare tranquilla. Vorrei dormire mille anni». La Ragazza. «Vattene da sotto il cavalcavia. Ti mando a prendere». Il Prete. «è pericoloso. Non mi fido delle altre. Sono capaci di chiamarli al cellulare». La Ragazza. «In cuor tuo la scelta l?hai già fatta. Allontanati senza che se ne accorgano. Tra dieci minuti arriva la macchina, una Panda celeste». Il Prete. «Ho freddo. Non riesco a muovere le gambe. Perché mi vuoi aiutare?». La Ragazza. «Mi piace la faccia che ho visto sotto quel trucco? (omissis) lo hai detto? (una sirena di passaggio)». Il Prete. «Ho fame. Non mangio da ieri mattina». La Ragazza. «Quello che viene a prenderti si chiama Luca. Vi fermate in una pizzeria e mi aspettate». Il Prete. «Da che parte devo andare». La Ragazza. «L?importante è che esci da sotto il cavalcavia? (brusìo, si confronta con qualcuno al suo fianco, inintelligibile). Mi raccomando, non ti fermare sotto i lampioni». Il Prete. «Mi credi stupida». La Ragazza. «Sei molto coraggiosa. Devi essere orgogliosa di? (omissis) al tuo posto». Il Prete. «Sono sul marciapiede. Piove a dirotto. Manda la macchina. Mi si scioglie il mascara». La Ragazza. «Sono già partiti». Il Prete. «Ho appena fatto i colpi di sole dal parrucchiere. Perché parli al plurale?». La Ragazza. «Insieme a Luca c?è un poliziotto. Un amico». Il Prete. «Non mi piacciono i poliziotti». La Ragazza. «Non ti piacciono neanche i preti». Il Prete. «Non lo voglio incontrare, non ci voglio parlare? (un tuono). Mi sto infradiciando». La Ragazza. «Grazie alla sua firma entri nel programma di protezione testimoni». Il Prete. «Tu lo sai che non denuncio. Abbiamo fatto un patto». La Ragazza. «Voglio soltanto che abbandoni quel marciapiede e torni in Romania». Il Prete. «Hai promesso di accompagnarmi. Tu sai. Devi parlare a mia madre? (fruscìo elettrostatico) la mia vergogna». La Ragazza. «Sei una ragazza straordinaria? (omissis) i clienti». Il Prete. «Ecco la Panda! C?è la Panda!». La Ragazza. «Sali a bordo. Passami Luca. Ci vediamo in pizzeria». Il Prete.


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