Politica

Lo stato disse: la cooperazione è roba mia

Regioni. La sentenza contro il Trentino / La Corte Costituzionale ha detto no all’autonomia della Provincia di Trento nella scelta dei paesi da sostenere.

di Fabio Pipinato

La Corte Costituzionale ha contestato alcuni articoli della legge della Provincia autonoma di Trento 15 marzo 2005, n. 4 «Azioni e interventi della solidarietà internazionale». Una decisione davvero discutibile sotto tanti punti di vista. Vediamoli. Geografia. Si contesta la scelta dei paesi. La Provincia vorrebbe cooperare, su base comunitaria, dando priorità ai paesi che versano in condizioni di particolare disagio (indice Isu – Undp). Non si può; deve attenersi alle aree geografiche previste dal ministero e non alle relazioni create in decenni di cooperazione tra territori. Un esempio. Gli emigrati trentini scapparono in Sudamerica quando da noi c?era la fame. Normale è avere una particolare relazione con quei territori. Nossignori. Quei paesi potrebbero non esser previsti dalla ?politica estera? della Farnesina e quindi non se ne fa nulla. Groviglio. La cooperazione decentrata attiene alla cooperazione allo sviluppo che, a sua volta, attiene alla cooperazione internazionale e che, a sua volta ancora, attiene alla politica estera e che, dunque, è di competenza dello Stato. La Provincia, quindi, non può fare cooperazione decentrata. L?ordinamento dello Stato, infatti, non prevede mere ?relazioni internazionali? ma solo ?politica estera? e riconosce che una legge così articolata andrebbe ad inficiare la supremazia del ministero Affari esteri. Un esempio: mio fratello è missionario in Kenya. Io gli scrivo una lettera. Ledo la sfera di pertinenza dello Stato? Probabilmente sì! Una delegazione del mio sobborgo trentino di poche anime è invitata a Nyahururu in Kenya per una reciproca conoscenza. Trattasi di politica estera? Probabilmente sì! Assieme organizziamo un percorso culturale che coinvolge entrambe le comunità. Vìolo la Costituzione? Probabilmente sì. Ove porre il «fundamentum divisionis» dell?agire cooperativo? Nemico. La verità è che la Corte Costituzionale non s?è sbagliata. Ha applicato fedelmente la legge 49 che appartiene, in termini di relazioni internazionali, allo scorso millennio quand?eravamo reduci dalla «sacra missione civilizzatrice dei popoli». Lo Stato burocrate, armato, confinario, sovrano, accentratore, retorico e solidale non può riconoscere altri tipi di ?relazioni internazionali? se non le proprie. Non comprende che le relazioni transfrontaliere nacquero ancor prima del 1861 e, quindi, ancor prima delle avventure senza ritorno contro gli Stati canaglia d?allora e di oggi. Decidere a Roma ove le comunità trentine debbano cooperare, semplicemente non esiste. La storia insegna che tra la prima e la seconda guerra mondiale i crucchi mangiapatate sono diventati, d?un tratto, un fiero popolo lavoratore con il quale allearsi. È bastata una volontà politica centrale. Che nulla aveva ed ha a che fare con l?autonomia di questa terra. Johan Galtung affermò che è bene che i territori creino vere ?relazioni internazionali? con altrettanti territori. In ordine sparso. Come garanzia di pace. Soldi. Non lo so quale sarà la volontà politica della giunta della Provincia di Trento che ha dimostrato, per prima in Italia, di perseguire non più a parole gli Obiettivi del Millennio. Potrebbe ridimensionare lo 0,25% del budget destinato per sostenere centinaia di progetti in quattro continenti. Ma questo, sia chiaro, importa relativamente alle comunità trentine che continueranno a tessere forti relazioni con altrettante comunità oltre mare. È il nostro tentativo, ostinato, di abitare la globalizzazione senza sentirci spaesati. LA SENTENZA Altro che decentrata… Con una sentenza datata 1 giugno 2006, la Corte Costituzionale ha bocciato in parte la legge sulla cooperazione internazionale della Provincia autonoma di Trento del 15 marzo 2005 («Azioni e interventi di solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento») che prevedeva, tra le altre cose, di destinare lo 0,25% del budget della Provincia alla solidarietà internazionale (la Provincia di Trento conta oltre 600 missionari e 150 associazioni di volontariato che operano nel Sud del mondo). La sentenza dice che «le attività di cooperazione internazionale disciplinate negli articoli impugnati della legge della Provincia autonoma di Trento sono destinate ad incidere nella politica estera nazionale, che è prerogativa esclusiva dello Stato».


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