Welfare

Le Dolci evasioni di Siracusa

È il marchio dei dolci prodotti dalla cooperativa l’Arcolaio che impiega detenuti della casa circondariale. È un esperimento di successo che ora spera di crescere

di Redazione

Pasta di mandorle, stuzzichini all?olio d?oliva, frollini agli agrumi e biscotti all?uovo. Sono solo alcune delle prelibatezze del catalogo online di Dolci evasioni, un marchio ideato da una cooperativa sociale, l?Arcolaio. costituita da altre due coop sociali (il Gabbiano di Pontevico nel Bresciano e la San Martino di Siracusa) per dare lavoro ai detenuti della casa circondariale della città siciliana. «La sfida era di lanciarsi sul mercato del biologico con i prodotti della nostra terra», spiega il presidente Giovanni Romano, che dal 2003, supportato dalla direttrice del carcere Angela Gianì, ha ricevuto dal Dap due tranche di finanziamento per un totale di 200mila euro. Fondi che sono serviti per l?acquisto dei macchinari necessari e per formare i detenuti. «All?inizio eravano orientati solo alla panificazione», racconta Romano. Ma il crollo del prezzo del pane, «passato in pochi mesi da 80 a 62 centesimi al chilo», in piena ottica imprenditoriale ha suggerito di concentrarsi esclusivamente sul biscottificio. Con l?Arcolaio lavorano tre detenuti su 448 in un istituto dove la capienza regolamentare è di 272 persone. «Grazie al nuovo marchio e al rinnovamento del packaging contiamo di allargare la nostra rete che attualmente si appoggia a un circuito di 15 botteghe solidali sparse in tutta Italia fra cui la Chico Mendes di Milano e la cooperativa Macondo di Palermo». Romano adesso punta a «canali di distribuzione più performanti». Qualche esempio? «Le società che gestiscono gli aeroporti o le grandi catene di supermercati». Committenze che potrebbero far spiccare il volo all?intuizione di Romano e della Gianì. «Per questo chiedo all?amministrazione penitenziaria di venirci incontro attraverso una campagna di marketing istituzionale e un piano di comunicazione specifico e professionale». La ricetta è semplice: per sfondare, un buon prodotto deve farsi conoscere. Info: www.arcolaio.org


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