Welfare

Caro-biberon: Tar Lazio conferma le multe

Confermata la multa da 9,743 milioni di euro inflitta dal Garante della concorrenza e del mercato ai produttori: l'inchiesta partita da Lega Consumatori Acli Toscana

di Antonietta Nembri

Confermata dalla I sezione del Tar Lazio la multa da 9,743 milioni di euro inflitta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato ad alcuni produttori di latte per l’infanzia, accusati di aver stretto un cartello di mercato volto a far lievitare i prezzi del 100-300% rispetto alla media europea. Respinti i ricorsi proposti da Milte Italia Humana Italia, Heinz Italia, Plada, Nutricia Italia e Nestlé Italiana. La multa era partita da un?indagine di Lega Consumatori Acli Toscana condotta nel marzo del 2004. L?inchiesta aveva analizzato il mercato italiano dei latti artificiali, alzando il velo su un business vergognoso, fatto di operazioni di marketing al limite dell?eticità e reso possibile da leggi insufficienti a proteggere l?allattamento materno dalle pressioni commerciali delle ditte produttrici. Ieri Lega Consumatori Acli Toscana ? assistita dall?avvocato Giovanni Bianchini del Foro di Lucca ? era intervenute in difesa del provvedimento dell?Antitrust perché fosse confermata la multa nei confronti di chi ha posto in essere un cartello che ha portato le famiglie italiane a spendere per il latte in polvere fino al 300% in più rispetto ad altri paesi europei. ?Accogliamo la decisione del Tar con viva soddisfazione ? fa sapere Linda Grilli, responsabile di SOS Mamma di Lega Consumatori Acli Toscana ? da anni denunciamo le pratiche commerciali scorrette delle multinazionali del latte in polvere. Già nel marzo del 2000 il Garante aveva multato le ditte produttrici di latte, colpevoli di aver stretto un accordo sui prezzi. La nostra indagine aveva evidenziato che poco o nulla era cambiato da allora. Adesso il Tar ci dà finalmente ragione.? Molto però resta ancora da fare, soprattutto a livello legislativo. E? necessario che i ministri della Salute e delle Attività Produttive intervengano con una legge rigorosa, che possa evitare nuove speculazioni sulla salute dei più piccoli e sul portafogli dei loro genitori. La vera risposta al caro-biberon, infatti, va ricercata nella promozione, sostegno e protezione dell?allattamento materno: oltre il 95% delle donne, infatti, è in grado di allattare al seno i propri figli. A giugno 2004 Lega Consumatori, insieme alle altre associazioni di tutela dei consumatori aderenti al Cncu, aveva chiesto l?applicazione del Codice Internazionale Oms/Unicef sulla Commercializzazione dei sostituti del Latte Materno, un documento adottato dall?Italia nel 1981 allo scopo di proteggere la salute dell?infanzia, sanzionando la scorretta commercializzazione ed ogni forma di promozione dei sostituti del latte materno. ?In realtà ? prosegue Linda Grilli – il nuovo decreto sulla pubblicità dei latti artificiali, il DM 46/05 entrato in vigore lo scorso 20 aprile, non solo è lontano anni luce dal recepire le raccomandazioni del Codice, ma addirittura non apporta significativi cambiamenti nemmeno rispetto al precedente Decreto Ministeriale n. 500 del 6 aprile 1994″.


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