Cultura

Diamo i voti alla Finanziaria

Il Comitato editoriale esamina con noi la legge di bilancio. Ecco la pagella tra luci e ombre

di Redazione

La legge Finanziaria per il 1999 è ormai alle battute finali, gli occhi di tutti sono puntati sul nuovo volto dell?azienda Italia per vedere quale attenzione, in termini di risorse finanziarie, è stata riservata a questo o quel settore dell?economia e della società. Anche il Terzo settore ha da dire la sua in proposito, e in particolare le associazioni del Comitato editoriale di ?Vita?, riunitosi il 25 novembre scorso, hanno discusso e analizzato alcuni aspetti interessanti della Finanziaria definita dal presidente D?Alema la più ?sociale? degli ultimi anni. Ma è proprio così? Dall?analisi emerge un quadro fatto di luci ma anche di ombre.

«Il nostro giudizio è tutto sommato positivo». Parte dalle luci Nuccio Iovene, coordinatore del Forum del Terzo settore, che elenca i punti su cui le associazioni sono state accontentate: «Abbiamo ritrovato in Finanziaria le agevolazioni per le imprese sociali, l?aumento del Fondo sociale, con interventi a favore della lotta alla povertà. È stata assicurata la copertura finanziaria alla legge quadro sull?associazionismo di promozione sociale e a quella sulla riforma dei servizi sociali. È in dirittura d?arrivo il fondo per l?Authority sulle Onlus, e i fondi per la coperazione internazionale sono stati aumentati, seppur non di quanto era stato annunciato». Una serie di risultati acquisiti, a cui Iovene aggiunge altri provvedimenti cari al Terzo settore subentrati in Finanziaria nel corso della discussione in Parlamento. «La sperimentazione della detraibilità fiscale delle spese sostenute dalle famiglie per la cura dei soggetti svantaggiati è un primo segnale; avremmo preferito un?estensione alla cura degi anziani e ai minori, ma è comunque un passo avanti. Cui si aggiunge l?estensione delle attività previste dalla legge 44, quella per l?Imprenditorialità giovanile, alle cooperative sociali di tipo B». Fin qui gli elementi positivi; ma ecco la prima ombra: nonostante le promesse il Terzo settore non è stato ancora invitato al tavolo della concertazione per il patto sociale. «Ho inviato una lettera al presidente D?Alema per ricordargli l?impegno assunto», confida Iovene, «e sono fiducioso. A meno che le pressioni contro di noi non vengano dal governo, ma da altre parti…». Altro problema, quello delle tariffe postali agevolate per le organizzazioni non profit: dal 2000 è stato previsto che vengano abolite, sostituendole con un meccanismo di rimborsi. Ma sono ancora tanti i punti da chiarire: l?entità del rimborso sarà legata allo stanziamento previsto in Finanziaria? E se sì, questo sarà tale da coprire gli sconti? Ancora: il rimborso sarà fatto direttamente alle Poste, oppure le associazioni dovranno anticipare? «Occorre fare chiarezza al più presto», dice Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d?Oro. «Soprattutto per le realtà più piccole, che se dovessero anticipare le quote sarebbero in difficoltà».

Ma non è finita. L?Anpas sottolinea altri tre provvedimenti ancora all?esame, ma assolutamente vitali per le associazioni di assistenza sanitaria: la riduzione dell?Iva sull?acquisto dei mezzi di soccorso, l?esenzione dal pagamento del canone sulle frequenze radio per le ambulanze e il finanziamento dei Centri di Servizio per il volontariato. Piovono critiche anche sulla legge sulle Fondazioni bancarie. «C?è il rischio di perdere un?occasione», sottolinea Franco Marzocchi, portavoce del Forum. «Se non si prevederà che la promozione dello sviluppo economico da parte delle Fondazioni si svolga solo tramite soggetti non profit». Una necessità sottolineata anche dall?Antitrust. Infine, un giudizio sulla Finanziaria ?sociale? viene dall?Opera San Francesco per i poveri, impegnata sul fronte dell?emarginazione. «I provvedimenti contro la povertà in Finanziaria sono buoni, ma toccano marginalmente le persone che si rivolgono a noi», è l?analisi di Daniele Pagani, del segretariato sociale. «Un esempio? La Finanziaria non aiuta la fascia di disoccupati ancora in età lavorativa, ma che nessuno assume più, e che quindi scivolano verso la vita di strada. Il vero problema secondo noi è quello del lavoro. Bisogna decidersi ad affrontarlo».

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