Famiglia

Ministero solidarietà sociale: sì a Decreto legge flussi, no a sanatoria

Così, per conto del ministero della Solidarietà sociale, il funzionario Maurizio Silveri nel corso del convegno "Flussi migratori 2006: un diritto negato alle famiglie"

di Paolo Manzo

Il ministero della Solidarieta’ sociale, con gli altri ministeri competenti, sta lavorando ad un nuovo decreto flussi, ”che non sara’ una sanatoria”, per ‘coprire’ le domande in eccesso rispetto all’ultimo provvedimento. La conferma e’ arrivata nel corso del convegno ‘Flussi migratori 2006: un diritto negato alle famiglie’, organizzato da ‘Holding famiglia’, ‘Sile’ e associazione Datori di lavoro domestico. ”Il governo sta lavorando alla messa a punto di un decreto che copra le domande insoddisfatte dell’ultimo decreto flussi -ha spiegato per conto del ministero della Solidarieta’ sociale il funzionario Maurizio Silveri-. Non e’ una sanatoria, ma un decreto flussi con il quale entrera’ chi ha presentato domanda con i dati giusti. Sara’ una soluzione equa, ragionevole, che dara’ soddisfazione”. Nel corso del convegno e’ intervenuta, tra gli altri, Federica Rossi Gasparrini, deputato di Italia dei valori, che con l’associazione ‘Holding famiglia’ di cui e’ presidente e’ stata tra i firmatari del ricorso presentato al Tar sul decreto flussi. ”Il decreto e’ stato iniquo, ed ha reso ridicolo un dramma che hanno moltissime famiglie che, non trovando in Italia persone disponibili a seguire tutto il giorno la famiglia, sono costrette a rivolgersi agli extracomunitari offrendo, ovviamente, un regolare contratto. E’ stata negata la pari opportunita’ a famiglie e aziende. Il vecchio governo ha fatto una legge, e poi ne ha fatto beffe con un decreto. Al nuovo governo chiediamo rispetto”.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.