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Un benefattore resta la soluzione per tagliare la spesa dei farmaci
Sono volontario in una comunità alloggio che ospita una decina di minori (5-13 anni) affidati dal Comune o Centri di pronto intervento.
L?irrazionalità di fronte alla quale si trova a operare è abbastanza comune per gli enti non profit e che, è opportuno precisare, non sono enti ai quali è proibito creare ricchezza: intendo dire che nonostante le sue opportune critiche al sistema, l?ente non profit potrebbe anche essere autosufficiente (magari perché finanziato da introiti di attività minori di natura di commerciale).
In merito a specifiche agevolazioni fiscali al riguardo, l?unica che forse si avvicina alla vostra situazione concreta, potrebbe essere la disposizione dell?art. 13 del dlgs 460/97 nella parte in cui prevede che «le derrate alimentari e i prodotti farmaceutici, alla cui produzione o al cui scambio è diretta l?attività dell?impresa, che, in alternativa alla usuale eliminazione dal circuito commerciale, vengono ceduti gratuitamente alle onlus, non si considerano destinati a finalità estranee all?esercizio dell?impresa ai sensi dell?art. 53, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il dpr 22 dicembre 1986, n. 917».
In tal senso, l?agevolazione fiscale più che nei vostri confronti (se siete onlus) si applicherà nei confronti del soggetto imprenditoriale che vi regala i farmaci: il produttore farmaceutico sulla cessione gratuita dei prodotti non realizzerà alcun presupposto di tassazione.
Forse la soluzione spesso più pratica potrebbe rivelarsi quella di ricercare qualche benefattore nel campo specifico dei servizi o beni richiesti.
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