Welfare
Come ti crocifiggo un ministro
L'ooposizione riempie le agenzie di dichiarazioni contrarie
Il sistema dei media (e il circo Barnum della politica dietro, o davanti, a seconda) funziona così: tu dici una cosa, magari rispondi a una domanda – come ha fatto il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero a Radio radicale lunedì 12 giugno dicendosi «non contrario» all?introduzione «in via sperimentale» anche in Italia delle shooting room, i locali (presenti in Svizzera ma anche in Spagna) dove gli eroinomani possono iniettarsi la dose in condizioni igieniche e sanitarie controllate – e succede un finimondo.
L?opposizione comincia a inondare le agenzie di dichiarazioni contrarie, vomitando fuoco e fiamme contro un ministro che non è solo un ?comunista?, ?libertario?, ?valdese? ma che ora si fa anche ?le canne? e chiede di «legalizzare le stanze del buco». I giornali – quelli di centrodestra innanzitutto ma anche quelli di centrosinistra non scherzano affatto, sul punto – il giorno dopo mettono il carico da novanta e la frittata è fatta. Prendiamo alcuni titoli. «Il governo si fa una pera» (Libero), catenaccio: «Nuovo annuncio di un ministro comunista: libertà di eroina a spese dello Stato. Prodi e compagni come la banda del buco» (ah ah). Il Giornale, a caratteri di scatola: «Idea del neoministro: stanze per drogarsi». Il Tempo, più british (sifaperdire): «Ferrero vuole le stanze della droga». Avvenire: «Stanze del buco. Sul governo nuova bufera» (il che è vero). Infine, tanto per gradire, ci si mette pure l?Osservatore romano: «Ferrero è avventuroso, il governo soffre di approssimazione».
Certo, i giornali della sinistra radicale lo difendono a spada tratta, e anche il Corriere (dove però Pigi Battista sferza il governo, parlando di «disunione etica»), la Stampa e Repubblica sono più dialoganti, ma resta il punto. Ferrero, che aveva fatto una timida apertura su un tema scottante, è già stato crocefisso. Almeno dai e sui media.
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