Famiglia
Angeli on the road
Fuggiti o cacciati da casa vivono unesistenza fatta di violenza, droga e prostituzione. Come salvarli? Stando con loro sui marciapiedi. Ecco chi lo fa
I più piccoli chiedono di poter rientrare nella stanza dei giochi. Di permettersi il lusso dell?innocenza ed essere oggetto di amore e comprensione da parte degli adulti. Mentre gli adolescenti chiedono di poter uscire dalla trappola di un presente insopportabile e insieme infinito e poter costruirsi un futuro. Succede a Hong Kong, dove 20mila adolescenti preferiscono la protezione di una banda di strada al tetto confortevole della propria casa borghese in cui ci sono tutti i comfort, tranne che una famiglia. Succede in Brasile, dove la povertà ha già creato tre generazioni di strada. O ad Amsterdam, dove l?esercito dei ?round way?, ragazzi adolescenti che hanno lasciato la propria casa per fare vita di gruppo senza dimora fissa, ha già reclutato migliaia di adolescenti. E poi Parigi, dove cinquemila giovani vivono nelle strade delle banlieu, le periferie della capitale francese. E ancora a Torino, Roma, Palermo, dove arrivano centinaia di minori non accompagnati dall?Albania, Kurdistan, Kosovo. I ragazzi di strada, nel mondo, sono diventati 100 milioni. Il nuovo allarme viene dal Vis, l?organizzazione non governativa salesiana, Volontariato Internazionale dello Sviluppo, che la settimana scorsa ha lanciato un appello per creare una ?strategia di rete?. Una rete internazionale che coinvolga governi, enti locali, ong, associazioni di volontariato, agenzie umanitarie per affrontare il fenomeno mondiale dei ragazzi di strada che, solo nei Paesi industrializzati ha raggiunto l?astronomica cifra di 10 milioni. Il Vis ha presentato un rapporto ?Il lavoro dei salesiani nel mondo con i ragazzi lavoratori e ragazzi di strada?, realizzato da Mario Pollo, docente all?Università Pontificia. La ricerca è stata effettuata nei centri salesiani di 21 paesi in Africa, America Latina, Asia ed Europa. Ragazzi tra i 10 e 17 anni che campano di espedienti, furti, prostituzione; ragazzi devastati da infezioni e malattie; uccisi dagli squadroni della morte, venduti al racket della droga e all?Internazionale dei pedofili. I ragazzi seguiti dai salesiani sono oggi quasi 5000. L?identikit degli ??street children?? ha varie tipologie: c?è chi viene cacciato di casa dai propri genitori per problemi economici. Come in America Latina, dove le famiglie sono spesso disgregate e molte madri si trovano a trent?anni ad avere figli da padri diversi, senza sapere come mantenerli. Poi ci sono gli orfani, abbandonati sulla strada o affidati agli istituti, che sviluppano un senso di insicurezza e sfiducia negli adulti. E quelli che fuggono da casa per sfuggire alle violenze all?interno della famiglia e si portano dentro ferite che non sanno come curare se non con la rabbia e l?aggressività.
Antonio Raimondi, presidente del Vis afferma: «Sono situazioni diverse che dimostrano quanto sia allarmante il fenomeno delle nuove povertà, materiali e spirituali, che generano emarginazione. A Hong Kong, per esempio, il problema non è certo l?impoverimento. I ragazzi fuggono dalla mancanza di un punto di rifermento e cercano nella strada la protezione affettiva che non trovano a casa propria. Lì i genitori dedicano in media sei minuti al giorno ai propri figli e quindi la strada rappresenta per loro la speranza di una vita diversa. In altri Paesi, invece, come in Africa o in America Latina, la causa principale è il sub-urbanismo, tessuti socio-economici disgregati che spingono le famiglie a emigrare verso le megalopoli e a vivere ai margini della città, senza poter accedere e nessun tipo di servizio socio-sanitario». Nel Duemila, le città con una popolazione fra i 10 e i 20 milioni di abitanti saranno 20 e gli operatori salesiani intervistati stimano che nelle grandi città del Terzo mondo i bambini abbandonati parzialmente raggiungono il 60% della popolazione giovanile, mentre quelli abbandonati del tutto sono il 17%.
«Per quanto riguarda l?Europa», spiega ancora Raimondi, «il fenomeno è da collegare alla tossicodipendenza, all?ansia di autorealizzzione da parte degli adulti che li porta a non assumersi la responsabilità dell?educazione dei propri figli. Un fenomeno allarmente che dilaga soprattutto nell?Europa dell?Est. Bisogna chiudere le fabbriche che producono bambini e adolescenti di strada» Come? Per i salesiani la risposta è la pedagogia di strada. Che vuol dire creare una generazione di operatori e di educatori che sappiano interpretare i bisogni di queste generazioni, ascoltandoli, condividendo le loro ansie e paure, cercando di capire dal ?di dentro? la loro guerra contro il mondo degli adulti. Come hanno fatto in Paraguay, dove i missionari hanno vissuto un anno per le strade di Asunciòn insieme ai gruppi di adolescenti. Dormendo sui cigli della strada, condividendo co loro ?la magia? della libertà della strada.
Una pedagogia che è ormai praticata da molti educatori. A Bucarest , in Romania, dove i volontari-educatori si immergono nei canali sotterranei per riportare alla luce i bambni di strada che vivono sottoterra per difendersi dal freddo e dalla violenza degli adulti. O a Rio de Jaineiro, in Brasile, dove maestri volontari arrivano nelle piazze con enormi mappe geografiche nella speranza di suscitare amore per la conoscenza e per la vita a tanti bambini persi negli androni bui delle città. «I principi guida della nostra pedagogia si fondano sul carisma salesiano: ragione, trascendenza e amore», conclude Raimondi. «La ragione serve per far capire ai ragazzi da dove vengono e verso dove vogliono andare, affinché imparino a utlizzare le proprie risorse e a crescere. La trascendenza serve per capire il mistero della vita e a trovarne il senso, mentre l?amore è la fonte di comprensione, solidarietà, e strumento di cambiamento della società».
Mario Pollo, autore del rapporto sui bambini di strada e docente di pedagogia sociale, tira una sconsolante morale: «L?infanzia è un diritto che è stato acquisito solo agli inizi del ?900. Purtroppo, siamo tornati indietro di almeno cent?anni. L?infanzia, intesa come luogo di protezione dalle brutture del mondo, sta scomparendo di nuovo. Nei Paesi ricchi, i bambini crescono troppo in fretta e, anche se solo in modo virtuale, vengono subito a contatto con un mondo fatto di sesso, violenza e morte. I bambini e ragazzi imparano subito a pensare come uomini perché vengono privati di un pezzo della loro esistenza: quella dell?innocenza. Per quanto riguarda le generazioni dei Paesi in via di sviluppo, invece, i loro diritti alla vita, al rispetto e all?educazione vengono continuamente violati attraverso lo sfruttamento e l?abuso. È chiaro che i bambini e gli adolescenti del mondo chiedono di poter riavere indietro il loro diritto a sognare».
Così nel mondo
Totale bimbi di strada: 100 milioni
Nel Terzo Mondo: 90 milioni
Nei Paesi industrializzati: 10 milioni
Hong Kong: 20. 000
Parigi: 5.000
Amsterdam: 5.000
In Italia: 6 .000
a cura di Cristina Giudici, Carlotta Jesi, Francesco Maggio, Gabriella Meroni, Monica Papagni, Paul Ricard.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.