Non profit

Non abbiamo più alibi, ora è tempo di costruire

Fondazioni. Giuseppe Guzzetti, presidente Acri e Fondazione Cariplo, lancia i temi del congresso di Bolzano

di Giuseppe Frangi

La stagione delle burrasche sembra definitivamente alle spalle. Davanti c?è un orizzonte che presuppone crescita e lavoro. Per questo Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo e alla testa dell?associazione che raccoglie le altre 87 fondazioni ex bancarie (ad eccezione della Compagnia di Sanpaolo), guarda al congresso che si aprirà a Bolzano il prossimo 22 giugno come a una data in un certo senso storica. «Certo, dobbiamo vigilare. Ma abbiamo campo libero. In un certo senso non abbiamo più alibi. Ora la responsabilità di successi o di eventuali insuccessi sarà solo nostra». E&F: Come titolo del vostro congresso avete messo tre parole chiave. La prima autonomia… Giuseppe Guzzetti: Autonomia dopo la sentenza della Corte Costituzionale è un valore acquisito definitivamente. Questo significa che le fondazioni devono dispiegare a fondo le loro capacità di essere soggetti strategici, propositivi nella società. E&F: La seconda parola è ?responsabilità?? Guzzetti: Gli attori delle fondazioni non hanno più alibi, devono avere consapevolezza che la responsabilità ora è pienamente nostra. Non potremo attribuire ad altri colpe se non riusciremo a fare passi avanti. Lo scenario chiama a una più grande progettualità. Possiamo contare su un periodo medio lungo. Abbiamo lo stato sociale nelle condizioni che conosciamo, con fasce di popolazione che rischiano di restare definitivamente emarginate. Nell?oceano dei bisogni sta alla nostra intelligenza individuare quei settori strategici sui quali concentrare la nostra attività erogativa. Questo intendo per responsabilità degli amministratori. E&F: Infine c?è ?sussidiarietà?. Guzzetti: Ed è la parola più importante. La Consulta ha sancito che le fondazioni stanno tra quei soggetti che tra Stato e mercato rappresentano la possibilità concreta di realizzare la sussidiarietà orizzontale. La Corte ha sancito questa funzione e ora le fondazioni la devono realizzare. Naturalmente, avendo quasi tutte fatto la scelta di essere fondazioni di erogazione e non di fare in proprio, la devono realizzare in particolare sostenendo il terzo settore. E&F: In questo scenario positivo si potrà affrontare finalmente anche il nodo del Codice civile? Guzzetti: Si potrà? Dico di più, si dovrà. Questa è una necessità. Un?urgenza. Credo che il governo e i ministri competenti si stiano ponendo il problema. L?attuale tutela di diritto comune del Codice civile è del tutto inadeguata se non addirittura elemento di freno e di ritardo. Il Titolo II è molto datato, figlio di una stagione culturale e politica che non credeva nei corpi intermedi. Oggi il problema va preso di petto. Dobbiamo uscire dal recinto di una normativa specialistica e rientrare nel Codice civile alla pari di tutte le fondazioni. E&F: Quindi dovrà cambiare anche l?organo di vigilanza? Guzzetti: Certo, non ha più senso la vigilanza presso il Tesoro. Ma non è una notazione polemica. Dopo le sentenze della Corte i rapporti con le autorità di vigilanza sono stati molto buoni, in particolare con l?arrivo del direttore generale Grilli. Ripeto: non è una posizione polemica ma è una coerente conseguenza della modifica del Codice civile. E&F: Anche il vento della politica soffia a favore? Guzzetti: Il viceministro Pinza ha dato un segnale certamente significativo con le sue dichiarazioni. Essendo la persona che ha seguito tutta la vicenda legislativa in Parlamento ha colto bene la questione: le fondazioni hanno già subìto tante modifiche, adesso è il tempo della laboriosità. E&F: A Milano c?è un nuovo sindaco. Che cosa si aspetta? Guzzetti: Nelle sue dichiarazioni la Moratti ha annunciato che il tema delle periferie degradate e degli alloggi è una priorità. Quindi c?è una convergenza di obiettivi. Come Fondazione Cariplo abbiamo collaborato con tutte le amministrazioni. Collaboreremo bene anche con questa.


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