Welfare

Ecco il welfare della cura

Acli Colf propone un “welfare della cura” per sostenere le famiglie e garantire i diritti delle lavoratrici

di Carmen Morrone

La maggior parte delle lavoratrici immigrate addette alla cura nelle famiglie italiane continua a lavorare in situazione di lavoro nero o irregolare. All?evasione contributiva diffusissima, si aggiunge il fenomeno dell?elusione: ?solo? 1300 lavoratrici e lavoratori in tutta Italia ? stando agli ultimi dati Inps del 2002? lavorerebbero presso una famiglia per più di 45 ore settimanali, a fronte di oltre 2 milioni di anziani stimati bisognosi di assistenza. I sussidi economici alle famiglie ? dove ci sono ? appaiono insufficienti a coprire i bisogni concreti e non garantiscono la regolarizzazione delle lavoratrici. Il meccanismo delle deduzioni fiscali, pur apprezzabile, viene vanificato dalla situazione di incapienza di molti anziani potenzialmente beneficiari. E? questo lo scenario attuale del lavoro di cura in Italia, come lo presentano al ministro per le Politiche per la Famiglia Rosy Bindi le Acli Colf, l?associazione professionale delle Acli che organizza le collaboratrici e i collaboratori familiari, nel corso di un seminario nazionale a Roma, presso la Sala Congressi del Clarhotel. Le Acli Colf chiedono al ministro una «corresponsabilità pubblica» nel governo complesso di questo fenomeno, per non lasciare da sole le famiglie e le lavoratrici a gestire «un rapporto difficile e delicato che non può essere considerato e trattato alla stregua di un mero contratto di lavoro». «Il lavoro delle assistenti familiari ? affermano le Acli Colf ? riveste ormai un?importanza strategica nella vita quotidiana delle famiglie italiane e deve essere inserito nella rete dei servizi sociali». La costruzione di un «welfare della cura» appare la via obbligata per disegnare e sostenere delle strategie in grado di incidere contemporaneamente e a più livelli per affiancare sia la famiglia che la lavoratrice. «Di fronte ad anziani o invalidi con basse pensioni e bisognosi di assistenza, che non riescono a reggere privatamente il carico economico di un?assistenza regolare, occorre intervenire con sostegni pubblici e creazioni di reti protette». Sul piano della tutela del lavoro delle colf, proprio nel momento in cui le trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale sul lavoro domestico faticano ad andare avanti, le Acli colf ribadiscono la necessità di «assicurare alle collaboratrici familiari coperture omogenee rispetto alla generalità dei lavoratori», a partire dalla previsione della copertura economica in caso di malattia della lavoratrice, oggi totalmente assente, e dal riconoscimento dell?indennità di maternità a prescindere dai vincoli assicurativi e contributivi attualmente previsti, che impediscono l?affermazione di un diritto inviolabile della donna, ad una maternità serena e tranquilla. Le altre proposte riguardano l?abolizione del regime contributivo convenzionale, che ancora l?erogazione delle prestazioni previdenziali ad una retribuzione convenzionale che difficilmente corrisponde a quella effettiva. L?abolizione delle fasce contributive, così come oggi vigenti, che incentivano l?elusione e l?evasione contributiva. L?introduzione di regimi contributivi favorevoli per la sostituzione di colf in ferie, malattia o maternità, contemperando così le esigenze di cura continuativa e completa della famiglia con quelle affettive e legate al vivere quotidiano delle lavoratrici. Infine, l?introduzione di criteri di verifica e riordino riguardante gli interventi di monetarizzazione dei servizi alla famiglia.


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