Mondo
Somalia: niente Mondiali per gli abitanti di Mogadiscio
Primo giro di vite dei Tribunali islamici dopo la vittoria sull'Alleanza sostenuta dagli Usa: divieto di seguire i Mondiali in tv
Non è passata nemmeno una settimana da quando hanno conquistato Mogadiscio che i Tribunali islamici hanno imposto agli abitanti della capitale somala il divieto di seguire i Mondiali di calcio in tv. Ma la decisione, resa pubblica ieri da un portavoce degli islamisti somali ha provocato il malcontento di alcuni fan di calcio. Questo al punto tale che alcuni di loro si sono azzardati a manifestare la loro portesta in strada. Bilancio: due morti secondo fonti locali dell’Afp.
Insomma, se la polemica si presta alla più classica delle derisioni, bisogna prendere atto che questi tribunali islamici, su cui ombreggia ancora un alone di mistero (rotto in questi ultimi giorni dall’unico corrispondente occidentale presente a Mogadiscio, l’eccellente inviato di Le Monde Jean-Philippe Rémy), fanno dannatamente sul serio. Basta riportare le parole del loro vice-presidente, Abdulkadir Ali Omar, pronto a giustificare il divieto di calcio-tv con un sonoro: “Non permetteremo di mostrare la Coppa del mondo perché corrompe i bambini ai quali ci sforziamo di insegnare la via islamica alla vita”.
Questo divieto si iscrive nel quadro di “una guerra contro tutte le persone che proiettano film che si fanno promotori della pornografia, del traffico di droghe e di ogni forma dell’inferno”. Dalle parole ai fatti basta un passo. Ed ecco i nostri tribunali islamici tagliare l’elettricità e evacuare tre sale cinematografiche che ristrasmettevano le prime partite dei Mondiali.
Alcuni abitanti della città, sorpresi davanti ai loro televisori, sono stati minacciati.Ieri, miliziani pattugliavano i quartieri di Sukahola e di Huriwa, nel nord di Mogadiscio, per assicurarsi che il divieto fosse rispetatto dai residenti.
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