Mondo

Iraq: allarme dell’Unhcr per le violenze verso i rifugiati palestinesi

L'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati è allarmato per la recente ondata di uccisioni, rapimenti e minacce nei confronti della popolazione palestinese a Baghdad. centinaia in fuga

di Paolo Manzo

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è allarmato per la recente ondata di uccisioni, rapimenti e minacce nei confronti della popolazione palestinese a Baghdad, che ha portato all’aumento di risentimento, panico e paura fra la comunità dei rifugiati palestinesi in Iraq. Centinaia di essi sono fuggiti verso le aree di confine. Secondo informazioni pervenute agli operatori dell’UNHCR presenti sul luogo, nel corso delle ultime due settimane aggressori sconosciuti hanno ucciso almeno sei palestinesi nella capitale irachena. Domenica scorsa circa 20 uomini armati hanno fatto irruzione in una casa privata a Baghdad, hanno condotto un uomo palestinese nel giardino e lo hanno assassinato davanti ai suoi familiari. Più recentemente è stato rinvenuto il cadavere di un altro uomo palestinese che era stato rapito il 15 maggio. In seguito, un annuncio ha ammonito tutti i palestinesi a lasciare l’Iraq entro 10 giorni se non volevano “subire la stessa sorte che in altre aree spetta ai criminali “. La dichiarazione anonima si rivolge ai palestinesi affermando che “siete stati avvertiti” e “sarete giudicati con ferocia”. Gli ultimi sequestri e uccisioni hanno provocato panico e rabbia crescenti fra i palestinesi. Già da febbraio a Baghdad erano numerosi gli assassini, le intimidazioni e i rapimenti di palestinesi. La situazione è leggermente migliorata nel mese di aprile, quando il Grande Ayatollah Ali al-Sistani – leader religioso sciita iracheno – ha emesso un decreto nel quale proibiva le aggressioni nei confronti dei palestinesi e la polizia ha aumentato i pattugliamenti nelle aree più densamente abitate dai palestinesi. Ma questa sembra essere stata solo una breve interruzione delle violenze. Nelle ultime settimane centinaia di palestinesi hanno abbandonato la capitale, diretti verso la Siria con la speranza di trovare rifugio oltre confine. All’inizio del mese di maggio la Siria ha autorizzato l’accesso di 287 palestinesi, dopo che era stato loro negato il permesso di entrare in Giordania. L’UNHCR ha cercato di negoziare l’entrata per altri palestinesi, ma il governo siriano ha affermato che non saranno autorizzati altri ingressi. Dal 10 maggio sono fuggiti da Baghdad complessivamente 212 palestinesi, fra cui donne incinte e bambini; costoro si trovano attualmente al confine tra Siria ed Iraq. L’UNHCR e la Mezzaluna Rossa Siriana stanno fornendo cibo, beni di prima necessità e cure mediche al gruppo, che si rifiuta di tornare a Baghdad. Nel frattempo l’UNHCR ha ricevuto informazioni secondo cui ad alcuni membri della comunità palestinese in Iraq non è consentito di rinnovare il loro permesso di residenza dallo scorso 28 marzo. Ciò ha gravemente compromesso la loro libertà di movimento e la loro sicurezza. In Iraq si trovano oltre 24mila palestinesi registrati. Alcuni di essi sono fuggiti in Iraq in seguito alla creazione dello stato di Israele nel 1948, mentre altri sono nati nel paese. Alcuni palestinesi hanno goduto di un trattamento privilegiato durante il regime di Saddam Hussein e hanno appoggiato l’invasione del Kuwait nel 1990. Per questo, dalla caduta dell’ex presidente, sono presi di mira da frange della popolazione irachena.


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