Famiglia

Timor East: l’Acnur risponde alla catastrofe umanitaria

Decine di migliaia di sfollati saranno assistiti dall'Alto Commissariato Onu per i rifugiati

di Joshua Massarenti

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha annunciato oggi l’invio di un team di operatori esperti in emergenze e di aiuti di prima necessità per assistere le decine di migliaia di persone sfollate a causa della violenza in corso a Timor Est. “Il sostegno della comunità internazionale e delle Nazioni Unite affinché Timor Est diventasse uno stato indipendente è stato di estrema importanza” ha dichiarato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres. “Pertanto, quando assistiamo ad un momento di difficoltà in cui gli abitanti di Timor Est devono affrontare insicurezza ed abbandonare le proprie case, è importante che la comunità internazionale presti il proprio aiuto”. Il presidente di Timor Est Xanana Gusmao e il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite nel paese hanno entrambi richiesto l’intervento dell’UNHCR nel contribuire a far fronte alla drammatica condizione degli sfollati. Nell’ambito di una risposta graduale alla crisi e come parte di uno sforzo congiunto delle Nazioni Unite, l’UNHCR dispiegherà inizialmente un team di esperti in emergenze e allestirà un ponte aereo, attraverso il quale saranno trasportati aiuti come tende, teli di plastica e altri beni non alimentari – provenienti dai depositi dell’Agenzia in Medio Oriente – per assistere fino a 30mila persone. Anche altre agenzie umanitarie stanno inviando aiuti per gli sfollati. Un team di valutazione dell’UNHCR è giunto ieri nella capitale est-timorese Dili. Gli operatori hanno riferito che le necessità più urgenti dei circa 65mila sfollati della città – oltre alla questione della sicurezza – sono relative a cibo, acqua potabile e alloggi. Altre 35mila persone sarebbero fuggite fuori città in cerca di sicurezza. Per il finanziamento iniziale del ponte aereo, dell’acquisto degli aiuti non alimentari e per il dispiegamento del team d’emergenza – costi calcolati in circa 3,7 milioni di dollari – l’UNHCR ricorrerà al proprio fondo di riserva. Tale fondo tuttavia dovrà essere rapidamente ricostituito e potrebbero essere necessari nuovi finanziamenti, in base agli sviluppi della situazione. L’Agenzia è impegnata nell’organizzazione dei dettagli del ponte aereo, che inizialmente trasporterà tende d’emergenza leggere per famiglie, teli di plastica per alloggi temporanei e taniche per l’acqua, e successivamente coperte, e set di utensili da cucina. È in programma per il prossimo fine settimana il dispiegamento di un team di esperti in emergenze, di cui fanno parte esperti in pianificazione di campi, in logistica, funzionari per la protezione e personale di coordinamento. Le autorità di Timor Est stanno individuando i siti nei quali allestire campi di accoglienza per gli sfollati. Si prevede che le persone che al momento si affollano in insediamenti sorti spontaneamente, si sposteranno all’interno dei campi una volta che questi saranno allestiti. L’UNHCR è storicamente impegnato nella regione, avendo assistito nel rimpatrio più di 220mila rifugiati est-timoresi che erano fuggiti dalle violenze e dalle sollevazioni di massa seguite al referendum sull’indipendenza dall’Indonesia organizzato dalle Nazioni Unite nell’agosto 1999. L’Agenzia ha inoltre assistito 28mila persone che hanno preferito rimanere in Indonesia per mantenere la nazionalità indonesiana. L’UNHCR ha concluso le proprie operazioni umanitarie a Timor Ovest nel dicembre 2005, dopo sei anni di attività nella regione. Attualmente l’Agenzia dispone di una limitata presenza a Timor Est. L’Alto Commissario Guterres, nel suo precedente ruolo di Primo Ministro portoghese, è stato direttamente impegnato nei negoziati con il governo indonesiano riguardo l’indipendenza di Timor Est.


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