Non profit

Il 5 per mille, per non delegare

grazie per l’aiuto che state offrendo diffondendo l’elenco delle associazioni che possono beneficiare del 5 per mille

di Riccardo Bonacina

Cara redazione di Vita, gentile direttore, grazie per l?aiuto che ci state offrendo diffondendo l?elenco delle associazioni che possono beneficiare del 5 per mille dell?Irpef, tra i vostri lettori e non solo. La sensibilizzazione è l?anello più debole di tutta la catena, che ha bisogno di essere rafforzato in quanto fondamentale per la buona riuscita dell?iniziativa e, soprattutto, per la presa di coscienza da parte dei contribuenti di essere parte attiva, viva, importante di quella società che non resta solo a guardare le difficoltà di tanti. E in questo settore si inserisce a pieno titolo e a pieni voti la vostra attività, volta al sostegno di quel privato sociale che, giorno per giorno, lotta e cerca di farsi strada in un mondo di ?grandi?, spesso indifferenti ai reali bisogni della società. La nostra cooperativa sociale Arcobaleno è una piccola associazione formata da laici e sacerdoti che insieme cercano di andare incontro alle esigenze di quanti versano in situazione di disagio, difficoltà, emarginazione. Questa del 5 per mille è stata l?occasione per farci uscire dall?ombra e farci conoscere, certi che la fiducia che i Giuseppini del Murialdo hanno riposto in noi costituisce la nostra migliore garanzia. Grazie dell?aiuto che ci state offrendo con il vostro settimanale e con la sezione speciale del vostro sito (www.vita.it/5xmille). Alessandro Armao, presidente cooperativa Arcobaleno Carissimi, ci tenevo a dirvi che non darò a nessuno il 5 per mille delle imposte che mi accingo a pagare. A nessuna onlus, a nessun ente benefico, a nessuna istituzione culturale. L?idea della questua di Stato, se così vogliamo chiamarla, mi ripugna. Volete sciacquarvi la coscienza per poi non pensare più agli altri? Fate pure, educate pure gli italiani a queste subdole forme di buonismo. Io, per quel che mi riguarda, continuerò a scegliere in splendida autonomia quanto e cosa dare, e soprattutto a chi mi pare. Delego già abbastanza – alle banche, alla segreteria, alla colf, ai miei familiari -, quasi vivessi una parte della mia vita per interposta persona. Ma pazienza, i nostri tempi si stringono e tutto dentro non ci può stare. Non tutto, dicevo, ma qualcosa almeno sì. Il mio sostegno a chi ne ha più bisogno, per esempio, non intendo delegarlo mai più a nessuno. Lydia Valicelli, Bologna Caro Lydia, credo che la più bella risposta alla sua lettera sia proprio contenuta in ciò che ci scrive il presidente della cooperativa Arcobaleno quando sottolinea l?importanza della «presa di coscienza da parte dei contribuenti di essere parte attiva, viva, importante di quella società che non resta solo a guardare le difficoltà di tanti». Ecco, il 5 per mille non è l?ennesima occasione di delega, ma la possibilità di un nuovo esercizio di sovranità personale, cioè di responsabilità, su una piccola quota delle tasse da versare. Altro che delega, bisogna mettersi in gioco, informarsi, scegliere, allacciare rapporti. Un gesto personale, insomma.


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