Non profit

Giacomo e la strategia di Mani Tese: «Facciamo scendere in campo i gruppi locali»

I campi a Mani Tese vengono definiti di lavoro e studio perché sono questi i due binari sui quali ci si muove

di Antonietta Nembri

I campi a Mani Tese vengono definiti di lavoro e studio perché sono questi i due binari sui quali ci si muove. «L?obiettivo è sostenere un progetto di sviluppo di Mani Tese», spiega Giacomo Petitti, 26 anni, da un anno e mezzo referente nazionale del settore campi e responsabile della formazione degli organizzatori locali. «Il lavoro è la raccolta di oggetti usati che vengono poi ceduti dietro offerta e lo studio è fatto sul progetto o su temi specifici come l?acqua, l?educazione alla cittadinanza».
Come funziona l?organizzazione?
L?associazione ha una quarantina di gruppi locali riconosciuti e una sessantina di realtà con le quali collabora. Sono i gruppi locali che decidono in autonomia il proprio campo. Per esempio a Finale Emilia quest?anno si lavorerà per realizzare la sede locale di Mani Tese.
Qual è il compito del settore campi?
Supporto all?organizzazione anche da un punto di vista tecnico per questioni importanti come l?assicurazione dei camperisti, e poi c?è l?aspetto fondamentale della formazione.
Come funziona la formazione?
Ogni gruppo ha un suo percorso per arrivare alla definizione del campo, però poi vengono organizzati degli incontri nazionali che tengo io con un gruppo di altri volontari. Non va poi dimenticato l?aspetto dell?autoformazione dal momento che ogni persona che partecipa porta la sua esperienza passata.

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