Economia

Cecop, l’Europa delle coop sociali ha la sua lobby

Felice Scalvini: «Cecop è nata per fare in modo che nella dimensione europa non fosse assente la dimensione del lavoro autogestito». Dal 1979 in prima linea a Bruxelles

di Redazione

Rappresentare e promuovere le cooperative di lavoro, sviluppare le attività europee dei membri, contribuire allo sviluppo dell?economia sociale, dell?imprenditorialità socialmente responsabile e dello sviluppo territoriale ma, soprattutto, fare lobby per indirizzare l?attività legislativa del Parlamento europeo e puntare all?Est con tutte le sue potenzialità, dopo l?allargamento dell?Unione lo scorso 1° maggio. Sono questi i principali obiettivi di Cecop, l?associazione internazionale senza scopo di lucro nata nel 1979, presente a Bruxelles con un segretariato permanente dal 1983, e trasformatasi nove anni fa in Confederazione. «Cecop è nata per contribuire alla realizzazione della dimensione europea e per fare in modo che in questa non fosse assente la dimensione del lavoro autogestito», spiega il presidente Felice Scalvini, che non è però l?unico italiano di Cecop. Il vicepresidente, infatti, è Antonio Finelli di Ancpl-Legacoop, mentre nel board siedono Costanza Fanelli di Legacoopsociali, Laura Pagliaro di Agci Solidarietà e Vilma Mazzocco di Federsolidarietà-Confcooperative, neoeletta portavoce del Forum del terzo settore; Franco Tumino di Ancst Legacoop e Massimo Strinati presidente Federlavoro e servizi. Della Cecop fanno parte 29 federazioni nazionali e regionali di cooperative di produzione lavoro, cooperative sociali, imprese sociali e società partecipate, in rappresentanza di circa 65mila imprese che danno lavoro a un milione e mezzo di lavoratori, oltre ad otto organizzazioni che promuovono questo tipo di business. Cecop rappresenta l?Europa all?interno di Cicopa, l?Organizzazione mondiale delle cooperative industriali, di lavoro, artigianali, di servizi e sociali; è membro di Ccace, il Comitato di coordinamento delle associazioni cooperative d?Europa e, tramite quest?ultimo, è anche l?organizzazione intersettoriale di Cooperatives Europe, la piattaforma comune tra Aci – Alleanza cooperativa internazionale e lo stesso Ccace. Con tutte le attività strategiche che porta avanti, stride il fatto che il suo budget annuale superi appena i 300mila euro derivati, prevalentemente, dalle quote associative. Di questo e delle principali sfide che Cecop ha di fronte, SocialJob ha chiesto conto a Bruno Roelants, nazionalità belga ma italiano d?adozione avendo vissuto più a Roma che a Bruxelles, e che della confederazione è il segretario generale. «Oggi il nostro personale ammonta a 3,2 unità, sommando i part time. Siamo una rete e facciamo lavorare i nostri membri. Per questo costiamo poco». Tre le priorità per Roelants: «Fare lobby di fronte alle istituzioni Ue, non solo per la cooperazione di lavoro, ma anche per quella industriale e di servizi. Potenziare il dialogo sociale, tramite il dialogo con i sindacati. Condividere con i nostri membri i dati che raccogliamo sulla cooperazione sociale». Infine un motivo d?orgoglio: «Per la prima volta nel board dell?Aci abbiamo due rappresentanti della cooperazione di lavoro e sociale, Felice Scalvini e il polacco Janusz Paszkowski: possiamo fare lobby anche su scala mondiale».


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