Politica

Sul vino una truffa europea

L'Ue potrebbe autorizzare, a breve, nuove norme sulle pratiche enologiche che introducono l’uso di trucioli di legno per simulare i processi di invecchiamento dei vini. Massobrio lancia l'allarme

di Paolo Massobrio

Le chips nei vini? Ma nessuno le vuole, ci mancherebbe, non c?entrano con la nostra enologia! Questi sono i commenti che abbiamo registrato dopo il fondo a mia firma sulla prima pagina della Stampa di sabato 13 maggio che inneggiava alla vergogna. Avete presente la metà degli italiani che ha votato per il centrodestra? Sembra scomparsa, o almeno, in pubblico, non è così preponderante come quella del centrosinistra. Questo atteggiamento si chiama ?topismo? e deriva dall?astuzia dei topi di stare sottocoperta, facendo sempre e comunque gli affari propri ogniqualvolta si presenti l?occasione. Ora, se un organo dell?Unione Europea arriva a varare una proposta che vorrebbe autorizzare la segatura per invecchiare i vini, non si può pensare che sia giunta per un mero contagio aviario. Nella Ue c?è anche l?Italia, che probabilmente manda avanti i topi, quelli che anziché il confronto con la gente, con i produttori di vino e quant?altro, preferiscono le stanze stantie dei ministeri o quelli delle lobby, dove alla fine si prendono le decisioni che calano su tutti. Se poi si ha la fortuna che certe leggi non le colga alcun giornale, meglio ancora: si arriverà tranquilli allo stato di fatto. Ecco a voi gli ?enotopi? Ermete Realacci, presidente di Symbola, ha detto bene usando la parola truffa, perché neanche la denuncia in etichetta del vino al truciolo, neanche la soluzione all?italiana di usare questo metodo solo per i ?vini da tavola?, ci mette al riparo dalla truffa. Anzi la incentiva, permettendo a qualche accorto produttore di eliminare il costo di qualche barrique. Ora, a parte che il vino che sa di legno è una scemenza enologica, un errore di produzione, una bestialità dell?omologazione, è ridicolo il fatto che nessuno, fino ad oggi, abbia preso una posizione a favore di quella pratica che avrà fatto fregare le mani a più di un produttore del genere ?industrialotto?. Il topismo sta diventando peggio dell?aviaria, eppure Gigi Brozzoni, direttore del Seminario permanente Luigi Veronelli, già nel 2001 aveva mandato in giro uno scritto dove riferiva di un recente convegno di Assoenologi in cui si portavano avanti le ragioni delle chips. Non faceva nomi Gigi Brozzoni, ma l?enologo che voleva il legno nel vino, tra i colleghi, fu quello maggiormente applaudito. Morto non è morto (anche se magari beve male), dov?è finito allora? In mancanza di un volto e di un nome, possiamo solo chiamarlo l?enotopo che va assai d?accordo con il collega eurotopo. Se uscisse allo scoperto, invece, renderebbe meno inquietante agli occhi della gente questa ennesima negazione della verità su un prodotto alimentare, il vino, che sta perdendo i colpi. Sic, rimarranno soltanto i trucioli.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA