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staminali da cordone, perché vietare le banche private?
la garanzia del pubblico Tra le principali motivazioni che spingono verso la presenza delle sole banche pubbliche vi sono diverse considerazioni
Ho sentito dire che le banche per la conservazione di sangue da cordone ombelicale devono essere solo pubbliche. Ma per diffondere questa pratica non sarebbe meglio ampliare il più possibile queste iniziative?
Mamma in attesa (email)
Il provvedimento cui si fa riferimento è l?ordinanza del ministero della Salute del 13 aprile che stabilisce le «Misure urgenti in materia di cellule staminali da cordone ombelicale» (GU 106 del 9 maggio 2006). Nell?ordinanza ministeriale si legge che «È vietata l?istituzione di banche per la conservazione di sangue da cordone ombelicale presso strutture private anche accreditate e ogni forma di pubblicità alle stesse connessa». Della durata di un anno, il provvedimento aggiunge anche che la conservazione di sangue da cordone ombelicale è consentita nelle strutture pubbliche, individuate dall?art. 18 della l. 107/ 90 e quelle di cui all?accordo del 10 luglio 2003, «Linee guida in tema di raccolta, manipolazione e impiego clinico delle cellule staminali emopoietiche».
«Siamo assolutamente favorevoli a questa decisione. La conservazione del sangue da cordone ombelicale deve avvenire in una struttura pubblica», afferma Paolo Marcianò, responsabile dell?area sanitaria dell?Avis, che si è occupato in modo particolare di questo settore della donazione. «La nuova disciplina delle attività trasfusionali e della produzione nazionale degli emoderivati (l. 219/ 05 – GU n. 251 del 27 ottobre 2005)», precisa Marcianò, «prevede la creazione di una rete di banche del cordone ombelicale pubbliche e questa attività è prevista dai Livelli essenziali di assistenza sanitaria come un punto qualificante. Le attività legate al sangue da cordone ombelicale sono assimilate a quelle trasfusionali e vanno sotto il coordinamento del servizio sanitario nazionale». Al momento però non tutte le ?maternità? sono accreditate per la raccolta dei cordoni ombelicali. «Le banche sono spesso allocate presso i centri trasfusionali. Ma si attende il decreto attuativo per la creazione della rete», osserva ancora Paolo Marcianò.
Molti non sanno che dopo quella di New York e prima in Europa, la principale banca del sangue da cordone ombelicale si trova in Italia, a Sciacca. «Conserva 17mila cordoni, è organizzata in modo perfetto al punto che in tutta la Sicilia le donne possono donare il sangue. Ora anche in Calabria ci si sta organizzando su questo modello». Resta il fatto che se una donna vuole, al momento del parto, donare il cordone ombelicale non è detto che possa farlo ovunque. «Come volontari dell?Avis spingiamo affinché si crei questa rete di banche del sangue da cordone ombelicale. Abbiamo un milione e 61mila donatori, e quasi il 25 – 30% sono donne in età fertile e nell?anno di gravidanza, quando non possono fare donazioni di sangue, sono invogliate a fare questo tipo di dono». Al nuovo governo il mondo dei donatori chiede i decreti attuativi che rendano operativa la 219/05.
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