Welfare

San Vittore, che fare?

Milano al voto. Il destino del carcere simbolo divide destra e sinistra

di Redazione

Capienza regolamentare: 1.015. Detenuti presenti: 1.501. Bastano i dati ufficiali del ministero della Giustizia a descrivere San Vittore come un luogo ai limiti della sopportazione umana. Sarebbe quindi colpevole se il prossimo sindaco di Milano non si facesse carico di questa terribile e silenziosa emergenza. Due le possibili soluzioni. Svuotare il penitenziario fino a rientrare nei limiti consentiti dalla legge, attraverso una più puntuale applicazione delle misure alternative. Oppure procedere al trasferimento dell?istituto in una struttura più capiente al di fuori delle mura cittadine. Un progetto, quest?ultimo, a cui fino a ieri stavano lavorando l?azzurro Gaetano Pecorella, ex presidente della commissione Giustizia della Camera, il sindaco uscente, Gabriele Albertini e il governatore lombardo, Roberto Formigoni. Che intenzioni ha il successore di Albertini? Milano dovrà dire addio a San Vittore? E, più in generale, su quali fondamenta verrà costruita la politica carceraria del prossimo inquilino di palazzo Marino? Interrogativi che Vita, considerata l?assenza di passaggi relativi alla questione San Vittore in entrambi i programmi, ha girato direttamente ai due candidati sindaci. In questa pagina, come vedete, pubblichiamo solo le risposte di Letizia Moratti. Bruno Ferrante, infatti, malgrado le ripetute sollecitazioni, ha preferito declinare l?invito della nostra redazione. Invito raccolto invece da Francesca Corso, assessore all?Integrazione sociale per le persone in carcere della Provincia di Milano.


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