Famiglia

Raggiunge la vetta dell’Everest con gambe artificiali

Lui è l'alpinista Mark Inglis, 47 anni, neozelandese che 24 anni fa perse le gambe per un congelamento

di Carmen Morrone

E’ il primo ”doppio amputato’ ( ad entrambe le gambe sopra il ginocchio) al mondo a raggiungere la vetta dell’Everest (8.850 metri). ”Ha avuto giusto il tempo di dirmi: sono al campo 4, ce l’ho fatta! Dopodiche’ e’ caduta la linea”. E’ stata la moglie Anne a dare la notizia. Inglis le ha telefonato ieri affermando di aver raggiunto la cima della montagna piu’ alta del mondo e di aver quindi fatto rientro al Campo base 4. ”Ora Mark e i suoi compagni stanno ridiscendendo, cosa che dovrebbe impegnarli per tre o quattro giorni, poi saranno a casa”, ha spiegato Anne Inglis. Il primo ministro della Nuova Zelanda Helen Clark ha subito inviato le sue congratulazioni all’alpinista. ”Un esempio dal destino assolutamente incredibile”, ha detto Clark, aggiungendo che l’impresa prova alle persone portatrici di handicap che ”le loro ambizioni non devono avere limiti”. L’uomo ha due gambe artificiali in fibra di carbonio concepite per l’arrampicata e ce l’ha fatta malgrado una si sia spezzata all’inizio del mese quando era giunto a quota 6.400 metri, ormai prossimo al Campo 2, che si trova a circa 7.500 metri d’altezza. Inglis non si e’ affatto scoraggiato e, dopo aver definito l’incidente ”un piccolo problema”, ha riparato l’arto artificiale con pezzi di ricambio e ha proseguito l’ascesa. L’alpinista disabile, padre di tre figli ed ex guida d’alta montagna, ha tenuto un blog su internet per raccontare la sua sfida all’Everest. La spedizione ha avuto l’obiettivo di raccogliere fondi per un centro di arti artificiali in Cambogia che si adopera a favore delle vittime delle mine (www.legsoneverest.com)


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA