Cultura

Vaticano: contro terrorismo più cooperazione allo sviluppo

Lo ha sostenuto l'Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore

di Paolo Manzo

Per combattere le cause del terrorismo c’e’ bisogno di una maggiore cooperazione tra gli Stati anche in campo religioso: elemento che aiuterebbe a costruire ponti tra culture e civilta’. La Santa Sede incoraggia la comunita’ internazionale a spingere sull’acceleratore del dialogo e della cooperazione riflettendo sul fatto che il fenomeno terroristico non ha solo cause di natura economica e politica, ma nel profondo ha radici culturali, religiose ed ideologiche. L’Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, in un discorso pronunciato in occasione della consultazione informale della Plenaria che si occupa della strategia anti-terroristica, non ha esitato a fare appello all’Onu affinche’ ”voglia incoraggiare le religioni a dare un importante contributo” per sostenere il ”pluralismo, il dialogo, e la comprensione delle differenze culturali”. L’arcivescovo non ha esistato a chiedere rispetto e ”reciprocita” tra le fedi, una ”delle regole auree”,ha detto, della convivenza. Secondo il diplomatico del Papa dato che l’utilizzo di internet e dei mass media da parte dei terroristi rende il terrorismo un fenomeno ormai sovranazionale e’ chiaro che per contrastarlo occorra ”una risposta” ugualmente ”potente e globalmente coordinata”. In questo contesto il Vaticano ha rinnovato il proprio sostegno alla Risoluzione 1624 del Consiglio di Sicurezza in cui si condanna senza mezzi termini sia chi incoraggia il terrorismo ma anche chi giustifica o esalta gli atti terroristici, facendone un’apologia. ”La lotta contro il terrorismo deve caratterizzarsi per negare ogni tipo di giustificazione morale ai terroristi”. Anche se questo obbliga, ha aggiunto il diplomatico, facendo un riferimento indiretto al dibattito su Guantanamo, che il trattamento dei terroristi sospetti sia posto sotto le ”norme umanitarie internazionali”.


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