Welfare

Consiglio per diritti umani: dentro Cuba, Cina e Arabia Saudita

...e anche Russia e Pakistan, tutti paesi "da non votare" secondo Human Rights Watch.

di Redazione

Cuba dentro, Iran fuori. E dentro anche Arabia Saudita, Cina, Russia e Pakistan, che l’ organizzazione umanitaria Human Rights Watch aveva additato come Paesi da non votare per il cattivo esempio dato nel rispetto dei diritti umani. L’Assemblea Generale dell’Onu si e’ riunita oggi per eleggere il nuovo Consiglio per i Diritti Umani, varato lo scorso 15 marzo al posto della screditata Commissione di Ginevra per i Diritti dell’Uomo. L’elezione ha escluso, degli oltre 60 Stati che si erano presentati, quelli considerati ‘paria’ dagli attivisti mondiali per i diritti umani: Teheran ha ricevuto 58 voti, contro i 96 che erano necessari per l’elezione, mentre in America Latina il Venezuela e’ rimasto fuori per un solo voto. Cuba ha ottenuto ben 135 consensi, una vittoria che l’Avana ha definito ”eclatante” e indicatore di “un fallimento per gli Stati Uniti”. Centoquarantanove paesi hanno votato il Pakistan, 146 la Cina. In tutto erano in palio 47 seggi. Ne sono stati attribuiti 44, con i restanti tre da assegnare ancora al gruppo dell’Europa dell’Est, dove su sei posti disponibili solo tre sono stati assegnati (a Russia, Polonia e Repubblica Ceca). La votazione è proseguita, solo per questo gruppo, nel pomeriggio di ieri. ”Abbiamo fatto prima del previsto. E’ da notare che tutti gli eletti si sono impegnati al rispetto dei diritti umani e sono tenuti a rispettarli. E’ un nuovo principio importante, che chi viene eletto si vede giudicare per quel che fa in patria”, ha detto il presidente dell’Assemblea Generale Jan Eliasson dopo il voto. I l nuovo Consiglio si insediera’ a Ginevra il 19 giugno. Per l’Europa sono risultati eletti Germania (con 154 voti), Francia (150), Gran Bretagna (148), Svizzera (140), Olanda (137), Finlandia (133). Per il Nordamerica e’ stato eletto il Canada (130 voti), mentre gli Stati Uniti non concorrevano, convinti che il nuovo Consiglio non offra garanzie sufficienti. Il segretario generale dell’Onu Kofi Annan si era detto ”deluso” della decisione americana. Tra i 18 paesi asiatici in corsa per 13 posti hanno vinto India, Indonesia, Bangladesh, Giappone, Malaysia, Pakistan, Corea del Sud, Cina, Giordania, Filippine, Bahrein, Arabia Saudita e Sri Lanka. In America Latina, oltre a Cuba, sono entrati Brasile, Argentina, Messico, Peru’, Ecuador, Guatemala e Uruguay. Per l’Africa gli eletti sono 13: Algeria, Camerun, Gibuti, Gabon, Ghana, Mali, Mauritius, Marocco, Nigeria, Senegal, Sudafrica, Tunisia e Zambia. A dispetto delle ombre del risultato, gli attivisti per i diritti umani hanno concordato con Annan che per l’Onu l’ elezione del Consiglio ”e’ l’occasione di un nuovo inizio”. ”Non e’ una garanzia di successo ma e’ un passo nella giusta direzione”, ha dichiarato dopo il voto Kenneth Roth, direttore newyorchese di Human Rights Watch, secondo cui, anche con paesi come Cuba dentro, il nuovo Consiglio sara’ ”significativamente meglio” della Commissione che ha cessato di esistere in marzo, a causa delle regole di voto piu’ severe (la Commissione era espressa dai 54 paesi dell’Ecosoc, il Consiglio economico e soaciale dell’Onu, e i candidati dei gruppi regionali usualmente passavano senza opposizione) e di un processo di revisione tra gruppi regionali che ha impedito ai peggiori trasgressori di presentarsi.


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