Povertà: senza fissa dimora, più giovani e donne

In Italia i senza fissa dimora sono sempre piu’ giovani e spesso sono donne. Il dato e’ emerso nel corso di un incontro internazionale che, per iniziativa della Regione Toscana, ha riunito a Firenze studiosi, politici, operatori del sociale per discutere sui ”luoghi e le voci della poverta”’. ”Fino ad una decina di anni fa – ha spiegato Roberto Rambaldi di Caritas – chi viveva senza una fissa dimora era spesso un uomo che, dopo una certa eta’, per una serie di vicissitudini non riusciva a sbarcare piu’ il lunario, condizione presente ancora in diversi paesi dell’est europeo. Oggi, invece, i senza fissa dimora rispondono ad un’altra tipologia sociale, hanno alle spalle storie di alcolismo, di abbandono scolastico, di espulsione dal mercato del lavoro”. Per le donne invece dietro il disagio, ha spiegato ancora Rambaldi, si nascondono spesso storie di gravidanze non desiderate oppure di esperienze matrimoniali traumatiche. I senza fissa dimora non sempre provengono da famiglie che hanno vissuto nell’indigenza, piu’ spesso hanno trascorso un’infanzia pressoche’ nella norma. Secondo i dati forniti dalla sociologa Chiara Saraceno, il numero delle persone senza fissa dimora in Italia e’ stato stimato in circa 17 mila, concentrati soprattutto nei comuni di grandi dimensioni, anche se la cifra, si fa rilevare, va presa come una indicazione di massima e non come stima puntuale del fenomeno. Nel rapporto sulle politiche contro la poverta’ e l’esclusione sociale, a cura della sociologa, si sottolinea che nel quadriennio 1997-2000 la diffusione della poverta’ tra le famiglie e’ rimasta stabile al 12%. ”In Italia – ha spiegato la studiosa – i poveri non sono aumentati ma sono sempre gli stessi, a differenza invece di quanto accade in altri paesi europei”. A suo avviso, si e’ inoltre allargata la forbice tra sud e resto d’Italia con un numero sempre piu’ alto di poveri nel meridione.