Cultura

Fecondazione assistita: mamma a 63 anni

La signora, londinese, desiderava un figlio dal secondo marito. L'ha seguita il ginecologo italiano Antinori, in una clinica dell'ex Unione Sovietica

di Sara De Carli

“E’ un grande successo”: così commenta il ginecologo Severino Antinori il trattamento di inseminazione artificale condotto sulla signora londinese Patricia Rashbrook, 63 anni, psicologa dell’infanzia, ora al settimo mese di gravidanza. Soddisfatto, ma anche molto arrabbiato, Antinori dichiara di aver già chiesto al tabloid “Sun”, tramite il suo legale in Gran Bretagna, la smentita della sua presunta parcella di “75mila euro” e un risarcimento danni di 200mila euro. “La signora ha pagato 7mila euro, niente di più”, secondo il presidente della Società italiana di medicina della riproduzione e grande sostenitore della fecondazione in vitro. Se il tabloid britannico non rettificherà la notizia, Antinori è già pronto ad agire per vie legali: “Ho fatto 42 querele in Italia e ne ho vinte 14”, la maggior parte contro l’Avvenire… Ma sottoporsi alla fecondazione assistita con successo non è “come bere un bicchier d’acqua”, sottolinea il ginecologo. Il trattamento della signora inglese, condotto in un paese dell’ex Unione Sovietica con cui Antinori collabora, è durato più di un anno e mezzo. Patricia è stata scelta tra 3mila donne ultracinquantenni desiderose di diventare mamme: “Di queste ne abbiamo mandate a casa la metà”, precisa l’esperto. Anche una signora romena, Adriana Iliescu, 66 anni, record mondiale di “nonna-mamma”, si era presentata da Antinori. A suo tempo “la visitai, ma non riscontrai le condizioni necessarie a procedere” al trattamento di inseminazione, racconta il ginecologo. La “sua” paziente britannica invece “dimostra 40 anni” (sua madre ne ha 90) e ha una aspettativa di vita di oltre 25 anni. “Spero che il nuovo governo Prodi cambi la legge 40, una legge ingiusta” conclude Antinori. “Una legge – sottolinea – che costringe me per la ricerca e tante pazienti per il desiderio di maternità, a recarsi all’estero”. Solo una domanda. La legge 40 è una legge italiana, in Inghilterra non vale. E allora perché Antinori il suo intervento sulla paziente inglese non l’ha fatto lì? Evidentemente l’Italia non è l’unico paese retrogrado che ha posto limiti al suo illuminato operare…


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