Cultura

Armi: i primi dati della Relazione 2006

Oltre 1,3 milioni di esportazioni autorizzate. Raddoppiato il valore delle consegne. Asia e Medioriente i compratori preferiti. Il quadro completo dell'Italia "a mano armata"

di Benedetta Verrini

Doveva essere pubblicata entro il 30 marzo, ma nella tempesta pre-elettorale qualcuno, nei corridoi ministeriali, ha preferito ritardarne l?uscita: ora, finalmente, la relazione alla 185 – cioè il report sull?export di armi da guerra del nostro Paese ? sta per essere depositata alle Camere.

I primi dati sono stati anticipati dal Sole 24 Ore di oggi, che evidenzia un ?giro d?affari?, per l?anno 2005, pari a oltre 1.370 milioni di euro. La cifra è in leggero calo rispetto all?anno precedente, quando si era toccato il record di quasi 1.500 milioni.

Ma se il valore delle operazioni autorizzate è calato, quello delle consegne effettive (cioè degli armamenti già consegnati ai Paesi stranieri acquirenti, per effetto di contratti conclusi negli anni passati) è praticamente raddoppiato: si è arrivati a 830 milioni di euro contro 480 del 2004.

I primi dieci Paesi acquirenti, nel 2005, sono stati la Spagna (con operazioni autorizzate per 159 milioni), la Gran Bretagna (131 milioni), la Turchia (116 milioni), l?India (104 milioni), Singapore (88 milioni), l?Egitto (77 milioni), il Belgio (67 milioni), l?Oman (55 milioni), gli Emirati Arabi (54 milioni), il Pakistan (49 milioni). A parte i primi due partner, colpisce dunque l?intenso volume d?affari con l?area asiatica e medio-orientale, in barba alle indicazioni di principio della legge 185 che vieta di commerciare con paesi destabilizzati, a rischio di guerra o che si macchiano di gravi violazioni dei diritti umani.

Tra i produttori, spicca la società elicotteristica Agusta, con oltre il 13% delle operazioni autorizzate (quasi 180 milioni di euro di vendite autorizzate) e la Galileo Avionica (166 milioni).

Per quanto riguarda la graduatoria delle ?banche armate?, il quotidiano economico sembra sottolineare con una certa preoccupazione l?ingresso degli istituti stranieri (Bbva, Deutsche Bank, Bnp Paribas), che si sono fatti strada grazie al tendenziale ?addio alle armi? di grandi gruppi italiani. Il gruppo Capitalia resta comunque saldamente in testa alla top ten delle banche armate, con oltre 168 milioni di euro di finanziamenti autorizzati. La segue a breve distanza il gruppo S.Paolo Imi, con 164 milioni, e una new entry: la Cassa di risparmio di La Spezia, con 112 milioni.

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Link utili:

  • Controlarms ITALIA
  • Controlarms International
  • Rete Disarmo
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