Cultura

Pezzotta: «Il mio cammino»

In anteprima il discorso di Savino Pezzotta, che ha lasciato la Segreteria della Cisl: uno straordinario documento politico e umano. Da domani in edicola con VITA Magazine, a 1 SOLO EURO!

di Redazione

Care amiche, cari amici, non ho parole adeguate per ringraziare tutti voi per questo incontro. Colgo l?occasione per ringraziare tutti gli amici, e sono tanti, che tramite lettera, telefonate, la moltitudine di email e messaggini vari hanno voluto testimoniarmi il loro affetto, la vicinanza e, soprattutto, la condivisione dei percorsi che insieme, in questi sei anni, abbiamo fatto. Questi gesti semplici e spontanei che ti gratificano e che testimoniano che il tempo e le fatiche non sono state fatte invano, ammorbidiscono tutte le amarezze. Grazie di cuore. A questo punto potrei terminare il mio intervento, ma non sarebbe corretto nei vostri confronti. Abitare il sindacato Come qualcuno ricorderà, ho terminato le conclusioni del Congresso rivolgendomi ai delegati e ai militanti dicendo: «Vi voglio bene». Ed è quello che anche oggi vorrei dire a voi e a tutti gli iscritti, militanti e delegati della Cisl: «Vi voglio bene». Mi rendo conto che questa non è una frase usuale nel linguaggio sindacale più abituato ad usare termini guerreschi e pesanti come lotta, scontro, battaglia, conflitto; o quelli del mestiere: negoziazione, contrattazione, sciopero; ossia quelli un poco più burocratici che si riferiscono alla vita interna: modello organizzativo, strutture, verticale, orizzontale. Sono termini e linguaggi che esprimono gli obiettivi e la dimensione strutturale del sindacalismo. Siamo però scarsi di linguaggio umano ed affettivo, c?è una sorta di pudore nel rendere visibili i sentimenti e così ci aggrovigliamo in un dire specialistico che, molte volte, fa fatica ad arrivare al cuore delle persone. Abbiamo inventato una sorta di neolingua che si chiama sindacalese, il nostro dialetto che serve per parlare tra noi e di noi, ma che rende fredda la comunicazione. […] Continua a leggere l’articolo La parola identità Nel chiudere il Congresso avevo altresì lanciato la sfida di fare della Cisl la prima organizzazione sindacale. Su questa mia proposta si è fatta dell?ironia. Certo, l?obiettivo è ambizioso, ma se gli obiettivi non sono grandi le nostre azioni restano piccole. Essere primi però non è solo un problema di numeri, ma è anche una questione di qualità nella proposta e soprattutto nei modi di essere. Per fare questo occorre recuperare il senso profondo dei valori propri del sindacalismo. I valori non sono un qualcosa di astratto che serve ad infarcire i nostri discorsi, sono al contrario un qualcosa di reale che dovrebbe aiutarci anche a definire gli stili di vita. Possiamo (e fino a quando possiamo) parlare di uguaglianza, di solidarietà e di autonomia, se questi termini non orientano la nostra vita, se non diventano parte concreta della nostra quotidianità? […] Continua a leggere l’articolo Una lezione di dignità In questi giorni sto facendo un po? il bilancio della mia vita sindacale e mi è venuto da ripensare alle ragioni del perché mi sono iscritto. Come sapete ho lavorato alla Reggiani come operaio per quindici anni e credo che la vita di fabbrica mi abbia segnato profondamente. Il mio primo contatto con il sindacato è avvenuto nel lontano dicembre del 1961. Da qualche mese si era aperta la trattativa per il rinnovo del contratto dei tessili e la federazione nazionale, che allora si chiamava Federtessili, aveva indetto uno sciopero nazionale per l?1 e il 2 dicembre dando anche la facoltà ai sindacati provinciali di proclamare altre sedici ore di sciopero, che vennero decise per il 6 dicembre, un mercoledì. La direzione della Reggiani , come ovvio, si oppose allo sciopero e trovò l?intesa con i rappresentanti del sindacato giallo, che si era costituito in azienda, di rinviare lo sciopero alla giornata di sabato. Noi lavoratori però aderimmo massicciamente allo sciopero e alla manifestazione provinciale sfilando per le vie di Bergamo con tanti cartelli contro l?azienda, la quale rispose con la serrata. […] Continua a leggere l’articolo Il futuro del sindacato… Molteplici sono le sfide che anche oggi si pongono al sindacato, soprattutto ora che siamo dentro una fase di transizione molto profonda dove stanno mutando quasi tutti i vecchi punti di riferimento. Ma ciò che sta cambiando in profondità è l?organizzazione del lavoro, della produzione e dell?economia. Sempre di più si ha la sensazione di essere entrati in un universo il cui fine ultimo è legato alle forme del produrre, del consumare con una finanziarizzazione dell?economia e della vita che ha elevato il danaro a merce per eccellenza e che punta esclusivamente alla valorizzazione di quanto si possiede. […] Continua a leggere l’articolo E quello della politica… Avevamo tutti sperato che con queste elezioni politiche il nostro paese sarebbe entrato in modo compiuto nella prospettiva dell?alternanza e della governabilità. I risultati ci mostrano invece un paese che fa fatica ad avviarsi verso una democrazia compiuta. La campagna elettorale non ha contribuito a delineare i tratti di un paese che non ha timore dell?alternanza e che vive come normalità fisiologica la contesa elettorale. Resta però aperto un problema politico che riguarda questo bipolarismo che non riesce ad essere centripeto e, pertanto, a generare alternanza chiara e governabilità. […] Continua a leggere l’articolo I perché di un addio… Veniamo ora al tema di quest?incontro: le mie dimissioni da segretario generale. Sarò molto sincero. Lo sarei stato molto di più se in sala non ci fossero stati i giornalisti, ma oggi non possiamo fare a meno di loro. Anzi colgo l?occasione per ringraziarli dell?attenzione che in questi anni hanno avuto nei miei confronti. A volte ci lamentiamo nei loro confronti anche perché vorremmo che scrivessero o facessero vedere quello che piace a noi, ma sbagliamo a pensarla così. Il loro dovere è dire con onestà quello che vedono e pensano delle nostre azioni, non possiamo pretendere un?oggettività che non può esistere. […] Continua a leggere l’articolo Tempo di bilanci Nella mia azione di questi quasi sei anni di segretario generale ho messo al centro alcuni obiettivi che vi voglio richiamare: 1. Ho puntato a rafforzare l?identità sindacale della Cisl. Nel corso degli anni 90, innanzi al crollo dei tradizionali riferimenti politici, abbiamo a lungo discusso di come il sindacato, e in particolare la Cisl, si dovesse rapportare con il nuovo quadro politico che si era venuto a determinare. Anch?io ho pensato che nella nuova situazione dovessimo contribuire a crearci dei riferimenti politici. I risultati delle elezioni del 2001 e il confronto con la Cgil mi hanno convinto che in un sistema bipolare il sindacato debba puntare esclusivamente sulla sua identità sociale, sul valore della sua rappresentanza, sulla contrattazione e che la politica la poteva fare da autonomo soggetto politico attraverso la concertazione. 2. Per questo mi sono attestato con rigore sul concetto dell?autonomia, una autonomia non assunta come indipendenza rispetto alla politica e alle istituzioni, ma come capacità di agire un proprio progetto, di rappresentare interessi parziali dentro una visione di bene comune ispirato ai valori della solidarietà e dell?uguaglianza. […] Continua a leggere l’articolo

  • VITA Non Profit Magazine 17/2006 Il caso ?Amore? Una trasmissione tutta dedicata al sostegno a distanza in prima serata. 15 associazioni coinvolte. Quasi 90mila risposte positive dagli spettatori. Eppure lo show ha incontrato anche tante perplessità. Come quella di Giulio Albanese. Vita dà voce all?accusa. E alla difesa
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Pezzotta: «Il mio cammino»


Il sindacato. La politica. L’esperienza in fabbrica. L’Africa. Le vittorie e le delusioni. Le gioie e le amarezze. Su tutto: l’orgogliosa rivendicazione dell’autonomia del sociale. Con un lungo discorso di commiato l’ex leader sindacale ha salutato cinquemila attivisti riunitisi nella sua Bergamo per dirgli «Grazie, Savino». Ecco cosa ha detto. E cosa ha preannunciato sul suo futuro… >> L’articolo completo per gli abbonati e in edicola con VITA Magazine in edicola
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Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.