Non profit

Il Forum? Più rappresentativo se più trasversale

Carlo Costalli, di Mcl: «Ci vuole un esecutivo veramente plurale». Gualaccini, della Cdo: «C’è un’esperienza positiva da seguire. È quella dell’Interguppo...

di Ettore Colombo

In vista dell?assemblea nazionale del 16 maggio, nel corso della quale si procederà al rinnovo delle cariche e degli organi interni, intorno al Forum del terzo settore si continua a discutere sul suo futuro. Con Vita, questa settimana, hanno accettato di affrontare il tema il presidente dell?Mcl, Carlo Costalli e il vicepresidente della Cdo, Gian Paolo Gualaccini, che segue con delega ad hoc il terzo settore. «Ho visto il Forum un po? offuscato nell?azione dell?ultimo periodo», nota Carlo Costalli, «e pavento due rischi: introiettare la logica del governo amico e schiacciarsi su rivendicazioni solo economico-sociali. Vorrei invece un Forum progettuale, di taglio schiettamente riformista, che possa rilanciare la sua azione in tutte le direzioni culturali e politiche. Ho notato una certa timidezza a difendere risultati importanti ottenuti, come il 5 per mille, o una certa riluttanza a riconoscere quanto magari ha fatto di buono il passato governo, ad esempio con il varo bipartisan dell?impresa sociale. Ora vorrei discutere a fondo di riforma dello Stato sociale, non appiattirmi su logiche puramente rivendicative o di schieramento». Costalli non ha dubbi: «Come ho detto con chiarezza all?amico Patriarca, la cui presenza in questi anni è per me stata comunque di garanzia, siamo disponibili a stare e riconfermare la nostra presenza nel Forum se questo si fa realmente soggetto ?terzo? e sta nel mezzo, ma non se si fa collaterale a questo o quel disegno politico come ogni tanto vedo essere tentato». Originale e di certo non destinata a passare inosservata la proposta ?in avanti? che fa Costalli: «Si potrebbe anche pensare a un portavoce unico, non importa a quel punto se cattolico o laico e nemmeno se politicamente orientato, sul piano personale, verso uno schieramento politico perché sarebbe un esecutivo realmente plurale a dargli capacità e forza di rappresentanza». Altrimenti Costalli vede già un rischio incombere, «che, a fronte di scarsa rappresentatività, si arrivi a una diversa articolazione della rappresentanza magari com?è accaduto al sindacato, passato dal modello unico confederale a quello plurimo e plurale di Cgil, Cisl e Uil?». Gian Paolo Gualaccini vuole evitare ogni forma di drammatizzazione ma anche lui non si tira indietro: «Occorre un nuovo patto fondativo tra le associazioni, proprio come quando il Forum nacque. Allora era uno delle rappresentanze del terzo settore, poi divenne ?la? rappresentanza, dove oggi stanno tutti, destra e sinistra. Un esperimento importante e interessante, che ha puntato su ciò che unisce e non su ciò che divide». «Nessuno, però, può voler tirare il Forum per la giacca, né politicamente né in altro modo: o il Forum rappresenta tutti o non funziona», continua Gualaccini. «Ecco perché, come Cdo, chiediamo un ragionamento chiaro sull?idea stessa di rappresentanza e di rifondare il patto associativo. Credo che soprattutto le associazioni più grandi e più importanti devono sapersi parlare e ritrovare le ragioni del loro stare assieme per mettere a tema quello che li unisce e non quello che li divide». E alla fine anche il vicepresidente della Cdo lancia una proposta: «Sul piano associativo il Forum può svolgere la stessa opera che sul piano politico svolge l?Intergruppo per la sussidiarietà, e cioè essere sanamente trasversale».


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