Welfare
Darfur: Khartoum si scaglia contro la Corte penale dell’Aia
Il regime sudanese irritato dai mandati d'arresto internazionale emesso dalla Cpi contro un ministro e un leader janjaweed
di Redazione
Khartoum ha criticato la decisione del Tribunale Penale Internazionale (Icc) di emettere mandati d’arresto per il conflitto in Darfur nei confronti di un ministro sudanese e di un leader della milizia Janjaweed, accusati di omicidio, tortura e stupri di massa. ”Il Sudan respinge la decisione del procuratore dell’Icc e la nostra posizione e’ in linea con la legge internazionale poiche’ il Sudan non e’ un membro del trattato che ha istituito questo tribunale”, ha detto ai giornalisti il ministro della Giustizia Mohammed Ali al-Mardhi. In alcuni documenti diffusi oggi, i giudici dell’Icc affermano che ci sono ”motivi fondati” per concludere che Ahmed Haroun, segretario di stato sudanese per gli affari umanitari ed ex ministro responsabile del Darfur, e Ali Kosheib, principale leader della milizia Janjaweed, sono ”penalmente responsabili” di crimini di guerra e crimini contro l’umanita’. I mandati d’arresto, datati 27 aprile, accusano i due di una lunga lista di crimini, tra i quali omicidio, tortura, stupri di massa e lo spostamento forzato di interi villaggi durante una serie di attacchi nel Darfur occidentale nel 2003 e nel 2004.
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