Famiglia

Mamme, congedo per tre anni

Al 70% di stipendio. E la possibilità è rivolta anche ai padri. Sono alcune delle misure contenute nel disegno di legge sul welfare familiare proposte da Bobba e Treu...

di Maurizio Regosa

La famiglia indebolita, le istituzioni che latitano. Un quadro tristemente noto nel quale comincia a muoversi una diversa consapevolezza. A giudicare anche da recenti iniziative legislative. Come la presentazione – a metà aprile – del disegno di legge intitolato «Norme per la promozione del welfare familiare e generazionale», a firma dei senatori Luigi Bobba e Tiziano Treu. È lo stesso Bobba a spiegarne l?urgenza: «Stiamo sottraendo futuro alle generazioni di domani. I tre elementi sono la crisi demografica, la mancanza di libertà di scelta in particolare per le donne fra lavoro e vita famigliare; una redistribuzione sempre più ingiusta verso le generazioni di domani che poco agevola i processi di autonomia». Vediamoli punto per punto.

Crisi demografica
In Italia non si fanno più figli e le ragioni le conosciamo tutti. Due dati Istat: le famiglie povere con due figli minori sono passate, dal 1997 al 2005, dal 15,9% al 17,2. L?età media delle donne alla nascita del primo figlio è ora 30,8 anni.

La proposta prevede un recupero delle detrazioni non godute per incapienza (fino a un massimo di 200 euro per ciascun familiare a carico) e aumenta le detrazioni del 19% fino a 6mila euro sulle spese per la non autosufficienza e per i minori, di 3.600 euro per gli asili nido. Grosso modo circa 1.140 euro (la Finanziaria attuale consente una detrazione di circa 400 euro). Da segnalare una new entry: la spesa per la baby sitter (ovviamente da documentare, il che favorirebbe l?emersione del lavoro nero).

Punta invece a migliorare l?accesso ai servizi, la riforma dell?Isee, l?indicatore della situazione economica equivalente: «Più sono i soggetti a carico», spiega Bobba, «più cresce il valore dell?indicatore e più il nucleo familiare è favorito nell?accesso di servizi che prevedono una partecipazione al reddito».

Il medesimo principio, cioè il livello reddituale, regge la Carta della famiglia che consentirà condizioni agevolate per prestazioni e servizi culturali, ricreativi, turistici e di trasporto.

Libertà di scelta
Le donne che vogliono avere figli molto spesso si trovano costrette a lasciare il lavoro e hanno poi difficoltà a trovarne uno nuovo. Frustrazione femminile, ma non solo: secondo l?Istat, se in famiglia c?è un solo occupato è povero il 20% delle coppie con due figli.

Il rapporto fra genitorialità e lavoro è anch?esso denso: il disegno di legge prevede, tra l?altro, il rafforzamento tramite incentivi alle imprese della possibilità di scegliere il part time, per un periodo massimo di 6 anni (e il periodo sarà coperto con contributi figurativi utili per la pensione). Sono introdotti pure nuovi criteri per il congedo parentale. «Sia le mamme che i papà potranno prendere un congedo fino al terzo anno di vita del bambino. Attualmente», commenta Bobba, «chi usufruisce del congedo percepisce il 30% della retribuzione. Noi proponiamo che questa percentuale possa salire in certe condizioni fino al 70%. È un modo per far sì che il congedo non sia una norma manifesto ma coinvolga di più anche i padri, più restii fino a oggi ad accedervi per ragioni economiche oltre che culturali».

Processi di autonomia
Nel 1995 il 19,9% dei giovani fra i 30 e i 34 anni viveva nella famiglia d?origine, nel 2005 la percentuale è salita al 29,5%. Per incidere su questo punto, assolutamente essenziale, il progetto indica lo strumento della delega al governo. Fra le misure, il conto personale di cittadinanza: «L?idea è che ci sia il governo che versi una quota di risparmio agevolato in un conto al quale possono essere sommate altre contribuzioni volontarie o di altre istituzioni. Quando il titolare compirà 18 anni si troverà del denaro con il quale scegliere la sua strada, avviandosi verso l?università, la qualificazione professionale o percorsi di creazione d?impresa. È un incentivo a prendere il largo», commenta l?ex presidente delle Acli.

Il disegno di legge prevede una spesa («calcolata punto per punto dai tecnici del ministero dell?Economia») di due miliardi e mezzo. «Collegato alla prossima Finanziaria, potrebbe essere l?impegno innovativo a favore della famiglia. L?unica norma che forse potrebbe essere anticipata grazie al tesoretto, è la restituzione dell?incapienza che è l?aspetto più urgente».

Peccato siano esclusi i precari, i co.co.pro, tutti i giovani che non hanno un contratto di lavoro dipendente: «Sì», ammette Bobba. «Abbiamo preferito tenerci su un confine di politiche familiari in senso stretto. Se si mette tutto dentro, non ne viene fuori un bel niente. Il problema del lavoro è talmente più generale…».

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