Cultura

Il lapidato di Vigevano

A leggere il resoconto di cronaca del quotidiano la Stampa di sabato 21 aprile non c’erano dubbi: «Un martire egiziano per il Papa»...

di Ettore Colombo

A leggere il resoconto di cronaca del quotidiano la Stampa di sabato 21 aprile non c?erano dubbi: «Un martire egiziano per il Papa », titolo, «Vigevano, espone una bandiera del Vaticano: picchiato dai suoi connazionali », occhiello. Il contesto era la visita di Benedetto XVI a Vigevano ma la cronaca, firmata da Claudio Bressani, è da tragedia greca: «Un marocchino è stato aggredito e lapidato (sic) da un gruppo di egiziani perché ha ?osato? esporre al balcone di casa uno stendardo bianco e giallo con le insegne del Vaticano, alla vigilia della visita del Papa in città». Già il giorno dopo dell?episodio, che avrebbe dovuto mettere a rumore l?intera comunità islamica locale e nazionale, se non l?intero Paese, non c?è più traccia, a partire proprio dalla Stampa. Che in una molto più equilibrata cronaca del vaticanista Giorgio Tosatti racconta della lettera inviata al Papa dalla locale comunità islamica in cui si chiede «un percorso comune di comprensione e reciproco rispetto» che contribuisca a creare dovunque «situazioni di pace e di convivenza, senza guerre e violenze». In realtà Tosatti, nel ridimensionare l?episodio e nel descrivere la comunque allarmata reazione degli islamici, non racconta nemmeno lui come sono davvero andati i fatti, sui presunti quali il Tg5 di Carlo Rossella aveva già provveduto a montare una sottospecie di caso giornalistico, con tanto di toni allarmati. Ci aveva pensato il Tg2, con un servizio di Lucio Brunelli, a svelare il mistero: trattavasi di banale lite di condominio e beghe seguenti, dove le tensioni tra Islam e Chiesa cattolica non c?entravano proprio nulla. Di tutt?altro tenore il carteggio, reso noto da Repubblica tra il Papa e la cancelliera tedesca Angela Merkel: svoltosi a febbraio scorso, è stato reso noto solo ora. Le parole del Papa sarebbero da prima pagina: l?Occidente deve «procedere a una rapida cancellazione completa ed incondizionata del debito estero dei Paesi poveri».


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