Non profit

Cinque per mille, un’altra settimana di passione

Burocrazia: le onlus esasperate ci scrivono

di Maurizio Regosa

Se il buon giorno si vede dal mattino, come sarebbe andata la settimana cruciale del 5 per mille l?avevamo capito fin dal mercoledì. 18 aprile. In un question time il ministro dell?Economia, Tommaso Padoa Schioppa annuncia che per erogare il 5 per mille dello scorso anno, saranno necessari ancora dei ?mesi?, letterale. «L?Agenzia delle Entrate», spiega il ministro, «sta dando un forte impulso per completare i controlli degli aventi diritto ma occorreranno ancora dei mesi». 19 aprile. Nel frattempo dal mondo delle associazioni si alzano i primi allarmi, la cui eco giunge sino in redazione: continuano i problemi di inserimento dei codici fiscali. ?Problemi tecnici? già segnalati in precedenza ma che questa volta non discriminano fra vecchie e nuove associazioni: capita rifiutino entrambe in egual misura. Con una schermata sibillina: «Il codice fiscale inserito non è presente negli archivi ufficiali»? 20 aprile. Entra in campo la ?forza tranquilla? dell?Agenzia delle Entrate. Ora, per chi non lo ricordasse, il 20 era la data prevista dal decreto del Consiglio dei ministri per la pubblicazione di un secondo elenco dei possibili beneficiari del 5 per mille di quest?anno. Un elenco che – aveva precisato un comunicato – si sarebbe avvantaggiato delle eventuali correzioni giunte dai soggetti interessati. L?Agenzia i tempi li brucia con una solerzia encomiabile: dato che il decreto non è ancora stato pubblicato, non è bello che un organo dello Stato rispetti le scadenze previste dal governo ancor prima che siano ufficiali? 21 aprile. Nel non profit, sorrisi di compiacimento non formali; qualcuno vorrebbe congratularsi. Sabato mattina però si scopre la polvere sotto il tappeto: i più ansiosi si connettono e vanno sul sito dell?Agenzia delle Entrate, interrogando i tanto annunciati elenchi e scoprendo errori veramente incredibili (peraltro assenti in quel provvisorio elenco messo on line il 4 aprile). Qualche esempio? Indovinate dov?è la sede della Fondazione Telethon? A Sortino, in provincia di Siracusa. Il consorzio di cooperative sociali Tenda Brescia Est avrebbe sede a Bologna. Ovvio, no? E pensate, a Salerno, c?è persino un Tennis club Cagliari. Originali quelli del terzo settore, vero? E che dire dell?Adiconsum a Terzigno in provincia di Napoli e del Tourismusverein Klausen con sede a Potenza? Sorprese a go-go, insomma. Che continuerebbero se volessimo riportare anche gli svarioni a proposito di quegli insignificanti dettagli che sono i codici fiscali. Un solo esempio: l?Associazione italiana per la ricerca sul cancro, che si ritrova ?deportata? a Villafranca di Verona, in questo elenco ha il codice fiscale 93182860234. Che non corrisponde a nessun ente e, va da sé, non è dell?Airc. «Di fronte a questi episodi», dice a Vita Maurizio Savi, direttore generale dell?Airc, «si prova un profondo sbalordimento. Credo che tutti possano sbagliare. Però che simili errori capitino nel momento in cui il 5 per mille diventa operativo denota una eccessiva leggerezza che non può essere accettata. Non credo proprio che il terzo settore in Italia meriti un trattamento simile». 22 e 23 aprile. Naturalmente fra domenica e lunedì un?altra pioggia di segnalazioni giunge in redazione. Ma non facciamo in tempo, lunedì mattina, a connetterci per le necessarie verifiche, che gli elenchi scompaiono dal sito dell?Agenzia delle Entrate. Al loro posto una riga tranquillizzante con riferimento ai soliti problemi tecnici in via di risoluzione. Come diceva Manzoni: «sopire, troncare… troncare sopire?». 23, pomeriggio. In effetti poco dopo le 15 di lunedì, i tanto sospirati elenchi riappaiono on line. Con Telethon e Adiconsum al loro posto (e cioè Roma). Con il consorzio che ha riportato la Tenda a Montichiari, in provincia di Brescia, il Tennis club che ritorna isolano e il Tourismusverein Klausen che, risalita la penisola, respira finalmente l?aria pura di Bolzano. Prima di chiudere il pezzo ricontrolliamo sul sito: sì, gli elenchi e il motore di ricerca offrono dati nuovamente corretti? Speriamo che duri. 24, pomeriggio. La settimana di passione è finita? Non esattamente. Chiuso un fronte, se ne apre un altro. Ricordate l?Inpdap che aveva inviato modelli Cud privi dello spazio per il 5 per mille (e che poi, su nostra pressione, aveva annunciato un secondo invio, almeno in alcune regioni)? Un caso analogo è segnalato da Roberto Bufo che lavora presso la Asl di Foggia ed è anche presidente di una onlus. Ci scrive: «Oggi mi è stato recapitato il Cud dal mio datore di lavoro. Non compare sull?ultimo foglio il 5 per mille, c?è solo l?8 per mille, come mai? Posso protestare? Posso pretendere che inviino a tutti i dipendenti un ulteriore ultimo foglio corretto?». Protesti, pretenda, caro dottor Bufo: è un diritto suo e di tutti i suoi colleghi. Alziamo la voce insieme a lei.


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