Famiglia

Tutta la famiglia fa coming out

La storia di Matteo, il sedicenne di Torino che si è suicidato perché i compagni lo deridevano e lo accusavano di essere gay, ha riaperto la polemica sulla difficile...

di Sara De Carli

Per la prima volta in Europa, l?università del Piemonte orientale sta realizzando uno studio europeo sulle famiglie che scoprono di avere un figlio omosessuale. «Una pietra miliare», la definiscono. Perché le famiglie sono decisive per prevenire episodi di violenza e bullismo. I risultati di Family matters saranno presentati nella primavera 2008 a Roma. E l?Agedo prepara un video.

La storia di Matteo, il sedicenne di Torino che si è suicidato perché i compagni lo deridevano e lo accusavano di essere gay, ha riaperto la polemica sulla difficile accettazione dell?omosessualità. Sono apparsi alcuni dati, tra cui
quello che riconduce alla scoperta della propria omosessualità un terzo dei suicidi degli adolescenti (375 nel 2006). Il coming out e le difficoltà di questo percorso però sono sempre viste dalla parte di chi scopre di essere omosessuale, mai dal punto di vista della sua famiglia. A marzo invece è partita in Italia una ricerca che, per la prima volta in Europa, indaga la reazione della famiglia di fronte al coming out di un figlio adolescente, tra i 14 e i 22 anni.

Si chiama Family matters. Sostenere le famiglie per prevenire la violenza verso giovani gay e lesbiche, coinvolgerà almeno 500 famiglie ed è finanziata dall?Unione Europea (fondi comunitari Daphne). Ci sta lavorando Chiara Bertone, sociologa dell?università del Piemonte orientale, con la collaborazione di tre associazioni di famiglie con figli omosessuali: Agedo (Italia), Fflag (Gran Bretagna) e Ampgil (Spagna). I questionari per i genitori sono in fase di distribuzione, mentre i ricercatori hanno già cominciato a svolgere le interviste in profondità, che coinvolgono anche fratelli e sorelle. «Fino ad oggi le ricerche non hanno preso in considerazione la famiglia, come se le persone omosessuali fossero monadi», spiega Chiara Bertone. «In realtà le famiglie sono fondamentali, soprattutto perché è sempre più frequente fare i conti con la propria omosessualità nella fase dell?adolescenza. Le famiglie però sono sole ad affrontare una situazione non prevista, non hanno modelli di comportamento a cui fare riferimento, né appoggi esterni a cui chiedere aiuto. Anzi, le famiglie stesse sono ?gruppi sommersi?, faticano a dire di avere un figlio omosessuale, hanno paura di essere colpevolizzati. Per questo una ricerca così ampia è importante: dobbiamo analizzare i vissuti, individuare i bisogni e le buone pratiche, costruire modalità di intervento. Trasformare la famiglia in un punto di sostegno significa prevenire momenti di violenza anche fuori dalla famiglia».

Tra gli scopi del progetto c?è quello di produrre un manuale per i genitori, ma anche materiale scientifico per la formazione di insegnanti e operatori sociali, che per la Bertone «sono ancora troppo spesso impreparati». La Gran Bretagna realizzerà un sito di raccolta e diffusione dei risultati, la Spagna analizzerà le best practices nelle politiche sociali, mentre l?Agedo, oltre a collaborare per i questionari, produrrà un video-documentario sulla vita delle famiglie con figli omosessuali, Due volte genitori, che sarà distribuito nelle scuole.


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