Welfare

La giustizia minorile, la storia in un libro

Presentato il volume che ha come riferimento la storia del Cesare Beccaria di Milano, tracciando un percorso che è anche analisi storico sociologica del sistema carcerario

di Antonietta Nembri

La storia della giustizia minorile in Italia passa dal Carcere Beccaria di Milano. E lo si è capito bene questa mattina, a Milano, durante la presentazione del libro di Antonio Salvatore, ex direttore proprio del carcere minorile milanese,?La giustizia minorile nel Novecento ? Dall?associazione C. Beccaria ai Tribunali minorili: biografia di un?istituzione? (edizioni Ucopli). Accanto all?autore, l?assessore all?integrazione sociale per le persone in carcere o ristrette nelle libertà della Provincia di Milano, Francesca Corso; Francesco Maisto, sostituto procuratore generale del tribunale di Milano e don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria.

«C?era la necessità di lasciare una traccia». Così Antonio Salvatore ha spiegato il perché dell?opera perché dell?associazione Cesare Beccarla che è all?origine della stessa idea di una giustizia diversa per i minori «non è rimasto nulla». Eppure c?è l?associazione all?origine, ad Arese, di un istituto per minori in difficoltà aperto nel 1921 e del primo carcere minorile costruito di fronte a San Vittore e sede poi del primo tribunale sperimentale per i minori «Un istituto che negli anni è stato all?attenzione anche a livello europeo per la sua innovazione», ha ricordato Salvatore che con il suo volume arriva agli anni Novanta. L?autore è stato, dal 1973 al 1995, il primo direttore statale dell?istituto che fino al 1972 era gestito dall?associazione Cesare Beccaria.

Per l?assessore Francesca Corso, il valore aggiunto del libro sta «nell?analisi dell?evoluzione di questa istituzione da tutti i punti di vista», inoltre l?assessore si è augurata la traduzione in altre lingue del volume che presenta l?evoluzione del diritto minorile «non dimentichiamoci che i minori rumeni in patria non hanno una giustizia minorile». Quella giustizia che, ha ricordato il sostituto procuratore generale Francesco Maisto in molti ritengono «minore». Il pregio del libro è quello di essere il primo libro di storia sulla giustizia minorile «non è solo la storia del Beccaria e non è neppure solo un libro di memorie, è anche un libro per addetti ai lavori: è in grado di dare formazione e informazione».

Don Gino Rigoldi, che al Beccaria è ancora il cappellano (arrivò in contemporanea con il direttore Salvatore) ha guardato all?oggi, alle vicende attuali che dopo anni vedono innalzarsi il numero dei ragazzi italiani (23 su una sessantina di ospiti). E il ritratto che ne esce è impietoso: minori che escono da famiglie modeste, con poco lavoro, alla ricerca di soldi facili «c?è poi la cocaina e una cultura di un individualismo accentuato e con scarsi percorsi educativi significativi. Per questi ragazzi il resto del mondo è un terreno di caccia». A don Rigoldi non bastano «le denunce sulla povertà educativa. Occorre, come sostiene il Cnca, dare dignità e competenza alla normalità. Che sia i carcere il luogo in cui avviene l?educazione dei ragazzi più fragili è un?aberrazione», ha concluso il cappellano del Beccaria ricordando anche i problemi del minorile milanese come la carenza di personale «mancano 20 -25 agenti e per questo non posso celebrare la messa nella cappella».

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