Mondo
Le tante tribune di Strada
Che figuraccia. Gino Strada smentisce il governo anche sulla liberazione del fotografo Torsello: abbiamo pagato ai talebani due milioni di dollari. Il centrodestra insorge...
«Che figuraccia. Gino Strada smentisce il governo anche sulla liberazione del fotografo Torsello: abbiamo pagato ai talebani due milioni di dollari. Il centrodestra insorge» (apertura di Libero). «Prodi non vuole svelare i segreti su Kabul» (apertura del Giornale). «Il governo va fuori Strada. Pasticcio italiano in Afghanistan. Il fondatore di Emergency attacca Prodi» (apertura de Il Tempo). Naturalmente, il centrodestra c?inzuppa il pane, nella vicenda, ma Gino Strada non è da meno. Capiamo bene, infatti, che debba cercare di tirare fuori il suo collaboratore, il mediatore di Emergency Hanefi, ingiustamente imprigionato dai servizi segreti del governo Karzai dopo la liberazione del giornalista di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo. Ma mentre quest?ultimo, di fronte alla morte del suo interprete Adjmal, se l?è presa senza ambiguità coi talebani, come scrive con passione e con dolore martedì 10 aprile su Repubblica, Gino Strada sembra dire «questi (i taliban) o quelli (i governi occidentali e quello afghano) per me pari sono». Attacca, infatti, Strada, sia Prodi che Karzai, che ritiene «responsabili» per l?arresto del suo collaboratore e, in particolare il primo, definendolo niente di meno che «un Ponzio Pilato». Ma soprattutto ripetendo la sua idea di sempre: la guerra l?hanno scatenata e portata in casa altrui gli Usa, con la complicità dei governi alleati e la copertura dell?Onu. In Afghanistan come in Iraq. Tesi legittime, per carità, comuni a larghi pezzi della sinistra radicale, ma urticanti, in prospettiva, per chi – come Emergency – in Afghanistan ci vuole restare a lavorare, anche se oggi minaccia di andarsene se non verrà liberato Hanefi. Argomento di pressione notevole, specie se si considera l?esposizione (e la capacità) mediatica di Strada: sempre martedì tre interviste ?esclusive? a lui campeggiavano su Repubblica, Stampa e Corriere. Forse non ha ragione, di certo non si può dire che non ha voce. Almeno sui media di casa nostra.
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