Economia

A Chi pensava che la coop vendesse pane e banane…

Non solo food. Il futuro è nei servizi: telecomunicazioni, energia, assicurazioni, stazioni di rifornimento. Un’evoluzione della Gdo nel segno...a cura di, Christian Benna

di Redazione

Sugli scaffali spuntano medicine, cellulari e ricariche telefoniche. E il carrello della spesa si riempie anche di gas, elettricità, carburanti, servizi bancari e assicurativi.

La Super Coop è servita. Una cittadella del consumo, sempre più ricca di offerte a marchio proprio, in cui tutto è a portata di carta di credito, a prezzi competitivi e con prodotti qualità. Almeno questa è la nuova frontiera tracciata da Aldo Soldi, presidente dell?Ancc, l?Associazione nazionale delle cooperative di consumo che, a sessant?anni esatti dalla nascita e a pochi mesi della liberalizzazione dei farmaci da banco e dal recente accordo con Telecom per la nascita del primo operatore mobile virtuale del Paese, punta a un ruolo da protagonista in tutti i campi dello shopping. Dodici miliardi di euro di fatturato (+4,6% rispetto al 2005), 52mila addetti e 1.338 punti vendita: questi i numeri, oggi, del colosso Coop. Ma la partita della crescita di domani è solo iniziata.

Vita: Presidente Soldi, Coop ha messo il turbo con una strategia di espansione ambiziosa. E non c?è settore in cui resti fuori gioco. C?è il rischio che i valori della cooperazione vengano inghiottiti nelle logiche del grande gruppo, di un gigante economico?
Aldo Soldi: Preferisco parlare di sistema e non di gruppo. Proprio perché noi rappresentiamo il mondo delle coop e gli interessi dei soci consumatori. Perciò l?ampliamento dell?offerta di prodotti va osservata sotto corrette lenti di ingrandimento. C?è un primo aspetto, di tipo economico e sociologico, ed è che le esigenze delle famiglie stanno cambiando. La quota del reddito destinato all?alimentare è in calo costante e incide negativamente sui conti del mondo della grande distribuzione. Non si può far finta di nulla e continuare come prima. A noi spetta seguire il nuovo orientamento dei consumi, come fa ogni azienda.

Vita: In questa prospettiva che destino avrà il mutualismo che sta alle radici delle coop?
Soldi: I principi fondanti delle Coop nascono per rispondere ai bisogni fondamentali dei consumatori. Se questi si evolvono, noi dobbiamo adeguare la proposta facendo da contrappeso agli scossoni del mercato. Quindi prezzi giusti per i produttori, clienti e ampio spazio alle dinamiche dell?equosolidale. Questi i contenuti. Ma la sfilza di liberalizzazioni porterà a un concentrazione di mercato proprio sotto il tetto della Gdo. Coop inclusa.

Vita: Teme la scure delle Authority?
Soldi: Agcom deve ancora pronunciarsi sulla nascita degli operatori virtuali. Se andiamo a vedere come si è sviluppata la grande distribuzione all?estero, non c?è alcuna anomalia italiana. Anzi. Se c?è una differenza è perché stiamo arrivando in ritardo rispetto alle esperienze estere. Nella maggior parte dei Paesi la Gdo ha moltiplicato i servizi senza ridurre la concorrenza. Anzi l?ha stimolata. Basti pensare ai trend nei Paesi anglossassoni.

Vita: Quindi il modello di sviluppo è il mall all?americana, i mega-centri dello shopping tutto incluso: dal pagamento del mutuo a spaghetti e aspirina?
Soldi: In un certo senso sì, ma declinata secondo i principi della cooperazione. La nostra forza è di carattere socio-economico. Una grande centrale acquisti può ottenere buoni prezzi e soprattutto creare partecipazione economica dei consumatori. Un caso concreto è quello dei farmaci da banco. Una piccola rivoluzione nata sotto la spinta dei clienti-soci, in un processo di grande valore democratico, che sono diventati attori del percorso legislativo. Ecco, questo è il futuro della Coop un luogo dove il protagonista è il consumatore.

Vita: Prezzi bassi e convenienza sempre. Non è che state diventando un discount?
Soldi: L?obiettivo è il prezzo competitivo però assicurando qualità. Oggi succede la stessa cosa con Telecom. Abbasseremo i prezzi ma il motto è sempre lo stesso: cibo sano e prezzo equo. Questo principio va traslato nelle telecomunicazioni. Anche se non abbiamo alcuna intenzione di far la lotta sul low cost.

Vita: In questo processo di trasformazione che posto ha il non profit? Secondo Stefano Zamagni, presidente dell?Agenzia delle onlus, Coop e Unipol sono gli unici soggetti in Italia ad aver la forza, e i valori nel dna, per creare un borsino non speculativo per il terzo settore. Che ne pensa?
Soldi: Ci stiamo ragionando da tempo. Si tratta di un?ipotesi interessante ma allo stesso tempo complessa. Ma è bene ricordare che non c?è solo il problema della sottocapitalizzazione e della difficoltà dell?accesso al credito per le imprese non profit. Verificheremo nei prossimi mesi se c?è la possibilità di lanciare un piccola borsa interna al mondo Coop.

Vita: Altre sfide per il futuro. Dopo farmaci, tlc, carburanti, energia, quali settori su cui puntare? Vi manca la squadra di calcio: ha qualche club nel mirino?
Soldi: Il pallone è meglio lasciarlo stare! Di benessere e salute già ce ne occupiamo con con la campagna Alimenta il tuo benessere. Perché davvero, anche se Coop abbraccia nuovi settori della distribuzione, non dimentichiamo che il nostro core business è l?alimentare.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA